Intervista a Theodoris Dritsas di Argiris Panagopoulos
«Vogliamo la verità per la morte del manifestante del Pame e continueremo a lottare contro i tagli di Samaras e i tentativi della troika di cancellare i diritti dei lavoratori», dice Thodorìs Dritsas, deputato di Syriza e fondatore di «Porto dell'Agonia», l'associazione che da anni si batte nel Pireo contro gli speculatori dell'edilizia e il degrado della vita politica e sociale della più grande città portuale greca.
Un manifestante è morto a pochi metri da piazza Syntagma. Pochi giorni fa si è saputo delle torture messe in atto dalla polizia contro attivisti e dell'umiliazione a cui sono state costrette le persone fermate...
E' grave che una persona sia morta metre stava manifestando. Syriza si è mosso subito e i nostri medici si sono recati all'ospedale per avere informazioni e valutare la situazione. La polizia sostiene che il nostro compagno ha avuto un infarto indipendentemente dagli incidenti scoppiati in piazza Syntagma. Per il momento cerchiamo di raccogliere tutti gli elementi necessari a capire come come è morto Xenofon Lagouris. Per quanto riguarda lo sciopero generale si può dire che la polizia sia stata meno aggressiva delle altre volte, probabilmente in seguito alle reazioni avute sia in Grecia che in Europa per il comportamento passato.
L'uso dei gas è stato però eccessivo rispetto agli incidenti che gli agenti dovevano affrontare. L'azione della polizia si è caratterizzata catterizzata per un' aggressione generalizzata anche contro la gran parte delle persone che manifestavano pacificamente in piazza Syntagma. Gli agenti hanno mirato e lanciato gas contro uomini e donne inermi e non contro i piccoli gruppi che li aggredivano. Abbiamo avuto tanti fermi e arresti.
Però lo sciopero generale sembra riuscito ...
Molto più del precedente. Per la prima volta abbiamo visto i negozianti chiudere in massa i negozi in segno di protesta contro il governo. Le associazioni di categoria parlano di un blocco totale ad Atene, Pireo e in tutte le grandi città. E con loro anche i liberi professionisti, gli avvocati e gli ingegneri. Questo dimostra che messa alle strette, la società reagisce e prende l'iniziativa vincendo paure e dubbi. Siamo costretti a fare i conti con le condizioni imposte dal governo e della troika, con i tagli, sempre più numerosi e pesanti, che colpiscono non solo i redditi dei ceti medi e di chi ancora ha qualcosa, ma anche le fasce più deboli. Siamo ormai allo stremo. Per uscire dalla crisi dobbiamo avere una nuova politica europea che lasci indietro l'austerità per puntare sullo sviluppo e sulla ridistribuzione dei fondi europei tra Nord e Sud.
I sindacati greci, spagnoli e portoghesi preparano uno sciopero generale per il 14 novembre, con l'adesione di altri sindacati europei. Questi scioperi sono utili per cambiare il clima in Europa?
Lo sciopero di oggi (ieri, ndr) è sulla bocca di tutti. La nostra gente, e credo anche i lavoratori spagnoli e portoghesi, hanno bisogno di non sentirsi soli non solo dentro il loro paese ma anche in una parte d'Europa che vive le stesse difficoltà. Se questo sciopero riescirà a mobilitare la gente e far scendere nelle strade i lavoratori dei tre paesi interessati, e magari anche quelli di tutti gli altri, avremo una vera svolta nel nostro agire da «europei».
Pasok e Sinistra Democratica sottoscrivono praticamente i tagli, a parte le differenze che hanno per la controriforma del lavoro. Come si presenta il panorama di alleanze tra le forze di sinistra?
Il Pasok ha mantenuto una linea coerente e ha tutte le responsabilità per le sue scelte. Da quando Papandreou ci ha portato la troika fino ad oggi. E' il partito dei tagli e dell'ingresso del Fmi in Grecia e in Europa. È difficile considerlo di sinistra. Da anni ha smesso anche di avere un carattere socialista nella sua identità.
Il Manifesto - 19.10.12