di Giuseppe Acconcia
«L'austerità ha fallito» si leggeva sugli striscioni che giovani e operai tenevano in testa al corteo che ieri si è diretto verso Trafalgar Square nel cuore di Londra. Non solo la capitale ma anche Glasgow e Belfast si sono mobilitate contro l'annuncio del primo ministro, David Cameron, di «lacrime e sangue» per mettere in ordine i conti inglesi. Tuttavia, proprio in opposizione a misure di estrema austerità, il vice primo ministro, Nick Clegg, aveva annunciato nei giorni scorsi di non voler votare ulteriori tagli al welfare.
Dopo un mese di dibattito interno, la Trade Union Congress (TUC), Federazione sindacale britannica, composta da 54 sindacati di base, che rappresenta 6 milioni di lavoratori, ha organizzato una delle più imponenti marce dal 1926. La manifestazione generale per «Un futuro che funziona» ha coinvolto dipendenti pubblici e privati, insegnanti, infermieri, conducenti dei trasporti urbani e disoccupati. Tra tamburi, megafoni e slogan, migliaia di manifestanti hanno attraversato il Tamigi dal ponte Hungerford, lasciando il parlamento e Westminster per avvicinarsi al palco di Hyde Park dove il corteo è confluito nel primo pomeriggio. Brendan Barber, segretario generale del TUC, ha dichiarato: «Ci hanno detto che se avessimo accettato i sacrifici, sarebbe arrivata la guarigione. Invece, siamo impantanati in una dura recessione. La sola verità è stata di tagli alle tasse per i ricchi con riduzione di salari e benefici per i poveri». «Gli operai sono in media più poveri di 1.600 sterline (1.900 euro) rispetto a tre anni fa» - ha concluso Barber.
Non è solo l'austerità e i nuovi tagli alla spesa pubblica a motivare i manifestanti, ma una critica dura all'intera classe politica conservatrice. «Cameron ha rovinato la Gran Bretagna», recitava il cartello di Dan. Mentre «Noi siamo la plebaglia», ha gridato Elisabeth. Il riferimento ironico della giovane attivista è alle dimissioni del deputato conservatore e capogruppo dei Tories, Andrew Mitchell. Lo scorso mese aveva definito «plebaglia» un agente di polizia che si era rifiutato di farlo passare dall'ingresso principale di Downing Street. Ma la critica sollevata dai manifestanti colpisce più in generale i privilegi dei politici inglesi. Grandi polemiche ha sollevato un viaggio in treno del ministro delle finanze. George Osborne è stato colto in flagrante mentre, nella stazione londinese di Euston, viaggiava in prima classe con un biglietto di seconda. Dopo la richiesta del controllore di cambiare vagone, Osborne ha pagato la differenza di 189 sterline (232 euro).
Nel pomeriggio di ieri, il leader del partito labourista, Ed Miliband, è salito sul palco sistemato ad Hyde Park. Si è attirato le critiche dei conservatori che lo hanno accusato di voler innescare una «lotta di classe» per gli annunciati aumenti delle tasse e da molti attivisti cha hanno partecipato alla manifestazione di ieri, scettici sulla retorica labourista dell' «unità nazionale». «Con l'aumento dei prestiti, chiunque è al governo dovrebbe tagliare» - ha detto il politico prima di salire sul palco. «Non prometto tempi facili, ma un approccio diverso e più giusto. Non approverei mai un taglio delle tasse per i milionari mentre si chiedono sacrifici a tutti gli altri» - ha aggiunto Miliband.
Per le vie di Londra, alcuni poliziotti proteggevano le sedi della catena di caffè Starbucks. Degli attivisti del movimento contro i tagli avevano tentato nella mattina di ieri di avvicinarsi ai negozi della catena. David Prentis, segretario generale dell'Unison, il maggiore sindacato dei lavoratori del pubblico impiego, ha aggiunto: «non vogliamo che crollino le speranze di una generazione. Per Cameron, diffondere i privilegi significa soltanto accrescere i privilegi dei suoi amici milionari». La protesta è stata salutata dai maggiori sindacati del paese come un grande successo. La polizia ha stimato 100 mila partecipantie, mentre il Tuc ha parlato di 130.000 persone nelle piazze.
da il manifesto