di Argiris Panagopoulos
Imponenti manifestazioni ad Atene. Trecentomila greci, centomila dei quali ad Atene, hanno partecipato ieri alle manifestazioni e ai cortei per lo sciopero di 48 ore proclamato da Gsee e Adedy, le confederazioni sindacali del settore pubblico e privato. Oggi verranno votati i nuovi tagli e la cancellazione dei diritti chiesti dalla troika. Per questo, i sindacati hanno dato appuntamento per le 17.00 di fronte al parlamento, fidando in una partecipazione ancora più grande. Una parte dei mezzi di trasporti si metterà in funzione alle 15.00 per portare i manifestanti in centro.
Ieri, gli ateniesi hanno marciato per chilometri in una città paralizzata dallo sciopero dei mezzi pubblici e privati. Gli aderenti al sindacato di Genop-Deh, la Enel greca, hanno fermato cinque impianti di produzione da 1642 Mw di energia, sui 6.400 complessivi di cui necessita il paese.
I tagli previsti per il biennio 2013-'14 saranno 13,5 miliardi, 9,4 miliardi solo l'anno prossimo, per arrivare ai 18,9 miliardi entro il 2016. Il paese ha già visto crollare il suo Pil al ritmo del 25% in sei anni, e, per il 2013, si prevede una recessione del 4,5% e aumenti record della disoccupazione.
Il presidente di Syriza, Tsipras ieri era con i manifestanti a Campo di Marte per esigere elezioni anticipate. La segretaria di Kke, Papariga, ha invece chiesto «la massiccia e organizzata disobbedienza del popolo, non solo contro le decisioni del governo, ma anche contro il sistema in generale: abolizione dei monopoli, ritiro dagli impegni con la Unione Europea». Ogni altra soluzione - ha concluso la segretaria dei comunisti ortodossi - significa «rimanere entro le mura».
Intanto la dura battaglia contro i tagli si è trasferita anche dentro il parlamento, dove il governo cerca di accelerare i tempi per votare le misure prima della mezzanotte di mercoledì: con procedura d'urgenza, contando solo i voti favorevoli e alimentando un duello tra il ministro delle Finanze Stournaras e il portavoce di Syriza Lafazanis.
Il Manifesto - 07.11.12