di Ezio Locatelli* -
In Valsusa è rottura tra movimento No Tav e Cinquestelle. Una rottura che avrà ricadute non di poco conto non solo in Valsusa ma più in generale nel rapporto con le istanze di lotta e di movimento sparse a livello nazionale. Alberto Perino, figura di riferimento del movimento No Tav, dopo avere per anni sponsorizzato i Cinquestelle, se ne è uscito con una nota molto dura nei loro confronti e del governo di cui fanno parte.
L’elemento scatenante è la pubblicazione della delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) in Gazzetta Ufficiale con la quale si dà via libera all’ultima versione del progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un’intervista radiofonica è stato molto chiaro: l’Alta Velocità Torino –Lione “è un’opera che abbiamo ereditato … il nostro obiettivo sarà quello di migliorarla, così come scritto nel contratto di governo …”. Dunque nessun blocco dei lavori per la realizzazione del Tav in Valsusa, così come per altre Grandi Opere previste in Italia, ma solo migliorie, ritocchi, se possibile abbattimento di costi. Un Tav infiocchettato da tante belle parole. Ora che qualche esponente locale del M5S continui a spacciare le parole del Ministro dei Trasporti per il loro contrario, per una sorta di stop o rallentamento del Tav, francamente è intollerabile, risulta essere una presa in giro. Il M5S, primo partito italiano al governo con la Lega, ha deciso di cambiare spartito. Ha deciso che non si vive solo di promesse elettorali ma del sostegno accordato dai poteri forti, gli stessi che non demordono dal perseguire la realizzazione del Tav in Valsusa. Contro questi poteri, contro un’opera inutile e dannosa occorre proseguire più che mai la mobilitazione e la lotta. Ma serve chiarezza non servono doppie parole. Nessuno pensi più di utilizzare il Movimento Notav per portare acqua al mulino del M5S e di un governo di destra il cui Ministro dei Trasporti, al pari di quello degli Interni, oltre che essersi convertito alle Grandi Opere non ha avuto ritegno alcuno nello sbarrare i porti italiani a quanti scappano dalle guerre e dalle violenze, ai disperati che muoiono a centinaia, a migliaia in mare. Ministri di questo genere e le forze politiche che lo sostengono meritano solo di essere cacciati a casa.
"L'irruzione della polizia che c'è stata questa mattina nel centro sociale Askatasuna e nello spazio del Neruda e le diciannove misure cautelari, prendendo a pretesto fatti che risalgono al corteo del 1 maggio 2017, hanno una evidente valenza politica - dichiara Ezio Locatelli, segretario provinciale PRC Torino -. Lo ha spiegato bene, senza mezzi termini, il segretario del sindacato di polizia Siap: si devono perseguire e chiudere i centri sociali, si devono mettere a tacere le espressioni di dissenso che hanno l'ardire di criticare l'operato delle forze di polizia. Operato che da diversi anni a questa parte (fortunatamente non nell'ultimo anno) ha impedito a una parte del corteo, quella più legata ai movimenti, ai centri sociali, a forze come Rifondazione Comunista, di portare a compimento la sfilata del primo maggio. La maniera migliore e forse voluta per ingenerare stati di tensione e una spirale di azioni repressive. Non è casuale l'intervento di polizia d questa mattina. Il Ministro degli Interni ha dato disposizioni. Bisogna andare a un giro di vite contro tutte le forme di dissenso e di alterità. Una spirale che va fermata. L'unica possibilità è di rifuggire da logiche autoreferenziali dello scontro fine a se stesso e di costruire una mobilitazione larga, pacifica e determinata che parli all'intera città".
Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Raccogliendo l’invito dell’Arci questa sera, ore 17,30, parteciperemo al presidio davanti alla Prefettura in Piazza Castello di Torino per protestare contro il respingimento, per decisione del Ministero dell’Interno, della nave Aquarius in una situazione che mette a rischio la vita di esseri umani. “Un atto dimostrativo e criminale del Ministro dell’Interno”, com’è scritto nel comunicato di convocazione del presidio, che è “la negazione dei più basilari valori di umanità”.