Abbiamo immediatamente denunciato che il Ministero della Transizione Ecologica era una poco credibile trovata copiata da Macron il cui governo è stato persino condannato da un tribunale per non aver ridotto emissioni.
Poi che le posizioni del ministro nominato da Draghi erano inquietanti e contraddittorie.
Oggi leggiamo una presa di posizione di Greenpeace che conferma le nostre valutazioni:
"Sembrava una buona notizia, ma la partenza non è altrettanto buona.
Il neoministro per la Transizione Ecologica Cingolani, solo un anno fa, dichiarava in un'intervista per la rivista del colosso energetico italiano Eni che il solare costa troppo e che il gas è il male minore per il nostro Paese.

Se quello che il nuovo governo ha in mente per transizione ecologica è solo una pennellata di verde al Recovery Plan, non resteremo in silenzio.

"Il mondo della grande finanza, da cui Mario Draghi e altri esponenti di punta del nuovo governo provengono, ha molte responsabilità per la crisi climatica in corso".

Ci fa piacere che Greenpeace ci dia ragione. Triste che invece da ambienti di ambientalismo di Palazzo si sia dato credito a Draghi.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Elena Mazzoni, responsabile ambiente
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Letteratura e ecologia

OGGETTO: CIRCOLARE CNAPI E DEPOSITO NAZIONALE

Care Compagne e cari Compagni,

questa comunicazione è integrativa a quanto già inviato sulla vicenda CNAPI-deposito nazionale scorie nucleari.

Innanzitutto comunichiamo che, ritenendo assolutamente irrinunciabile una consultazione democratica reale ed accessibile, abbiamo aderito alla lettera redatta dal Coordinamento Antinucleare contro l'Energia padrona, che lavora a livello nazionale sulla questione da anni e che è stato protagonista del vittorioso referendum di 10 anni fa sul NO al nucleare si è speso con generosità a livello nazionale.
In allegato trovate la lettera a cui abbiamo aderito, rivolta alle associazioni, ai comitati e ai movimenti, e quella da inviare ai presidenti del Consiglio, di Camera e Senato ed ai ministri competenti, di cui, ovviamente, nel frattempo la crisi di governo ha variato i nominativi...

Le richieste contenute nella lettera aderiscono a ciò che noi sosteniamo: la promozione di una consultazione democratica reale; la corretta informazione dei cittadini; la gestione affidata ad un soggetto pubblico indipendente ed imparziale e la possibilità di valutare ipotesi alternative al deposito unico nazionale, e farlo magari sul terreno di scontro e confronto politico europeo.

In allegato troverete anche l'ordine del giorno elaborato dal compagno Dmitrij Palagi sulla bozza della precedente circolare e presentato in consiglio comunale a Firenze, e che proponiamo di presentare in tutti i consigli in cui siamo presenti.

In allegato anche un dossier di documentazione integrativo e l'audizione dell'esperto Godi avvenuta nel consiglio regionale del Piemonte.
Considerata la rilevanza nazionale della questione, dopo una serie di incontri e confronti con tecnici ed esperti, vorremmo organizzare un confronto che veda la partecipazione dei compagni e delle compagne dai territori interessati

Vi invitiamo quindi a segnalare la propria disponibilità contattando la compagna responsabile Ambiente al 3281312595.

Vi chiediamo, infine, di darci nei prossimi giorni informazioni sugli ODG e/o RISOLUZIONI presentate nei consigli comunali (e delle successive approvazioni) scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando al 334-6603135.

Affettuosi saluti comunisti

Elena Mazzoni, segreteria nazionale, responsabile Ambiente PRC-SE
Dmitrij Palagi, segreteria nazionale, responsabile Area Cultura e Formazione PRC-SE
Raffaele Tecce, responsabile Enti Locali PRC-SE

La Senatrice Paola Nugnes – in collaborazione con la federazione provinciale di Sassari e gli organismi dirigenti nazionali del Partito della Rifondazione Comunista – nella giornata di ieri ha depositato un’interrogazione al Ministro per i Beni e le Attività culturali sul "nuovo piano casa".

"Dopo il successo di "Un futuro color mattone", la bella iniziativa organizzata dalla Federazione di Sassari, proprio sul piano casa, e che ha visto i preziosi interventi di Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di Intervento Giuridico e dell’architetto Sandro Roggio, abbiamo deciso di alzare il livello del nostro impegno in opposizione a questo deleterio provvedimento, lavorando ad un’interrogazione che ne evidenzia tutti i punti di criticità - spiega la responsabile nazionale ambiente di Rifondazione, Elena Mazzoni - La Sardegna ha bisogno di infrastrutture e misure a sostegno del paesaggio e non dell’ennesima colata di cemento".

L’interrogazione della Senatrice Nugnes sottolinea che il piano casa sarebbe stato approvato in violazione del principio di co-pianificazione obbligatoria dei beni paesaggistici, previsto dal Codice preposto e degli artt. 9, 117 e 118 della Costituzione.

"Con questa normativa si aggirano divieti previsti da sempre dal Codice Urbani e dal Piano paesaggistico regionale, si autorizzano ampliamenti di residenze a partire da 301 metri dalla costa e si concede l'abitabilità di mansarde e seminterrati, mascherando il tutto da misura a sostegno del turismo, dimenticando che il turismo si sostiene con infrastrutture, trasporti, economia circolare e non con concessioni edilizie" - dichiara Nicolino Camboni, segretario della Federazione di Sassari.

*Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Rifondazione
Nicolino Camboni, segretario provinciale federazione di Sassari

Qui il testo dell'interrogazione

Ieri, 13-01-2021, la Commissione Agricoltura della Camera ha votato pareri condizionanti ai decreti del Ministero dell'Agricoltura che tentavano di forzare un'apertura illegittima agli OGM e alle NBT e impedivano agli agricoltori molte attività legate a semi e sementi.

I pareri votati vincolano al rispetto della sentenza della Corte europea di Giustizia, che equipara i "nuovi" OGM agli OGM tradizionali, e eliminano ogni riferimento relativo agli OGM nei decreti presentati.

Il nuovo Ministro dell'Agricoltura, che succederà alla dimissionaria ministra Bellanova, sostenitrice degli scellerati decreti pro-OGM, dovrà fare i conti con questi pareri che ribadiscono che l'Italia vuole essere un paese libero da OGM.
Ci uniamo alla soddisfazione delle organizzazioni agricole biologiche e contadine, delle associazioni di tutela ambientale e dei consumatori, al cui appello abbiamo dato piena adesione e sostegno ed insieme alle quali continueremo a vigilare affinchè i diritti e la salute vengano prima del profitto delle multinazionali.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Elena Mazzoni, responsabile ambiente
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Ci uniamo alla preoccupazione delle associazioni ambientaliste ed agroalimentari, in vista del voto del 13 gennaio in Commissione Agricoltura della Camera, dei decreti sulle New Breeding Techniques.

L'approvazione dei 4 decreti, proposti dal Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e già approvati il 28 dicembre dalla Commissione Agricoltura del Senato, rappresenterebbe un grave attacco alla filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini ed anche una violazione della sentenza del 2018 della Corte Europea di Giustizia che equipara nuovi e vecchi OGM.

La Ministra, con il pretesto di aggiornare le misure fitosanitarie, apre la strada alla diffusione degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e dei cosiddetti “nuovi” OGM, mettendo in pericolo produzioni biologiche, varietà tradizionali, sapienze e territorialità ed impedendo ai cittadini di poter scegliere prodotti OGM free perché i prodotti ottenuti con le nuove tecniche non saranno etichettati come OGM e quindi saranno irriconoscibili per i consumatori.

Chiaramente dietro a questi decreti c'è la volontà del Governo di favorire un ristrettissimo numero di imprese multinazionali, che vogliono ottenere il controllo delle filiere agroalimentari ed intendono mettere agricoltori e consumatori davanti al fatto compiuto, con prodotti brevettati, non tracciabili e privi di certezze qualitative, violando il Principio di precauzione posto a garanzia della salute, dell’ambiente e della biodiversità, per di più in assenza di qualunque analisi d’impatto sul sistema agricolo nazionale.

Ci opponiamo e ci opporremo, assieme alle associazioni di settore, come abbiamo sempre fatto, a queste misure scellerate che mettono il profitto prima delle persone e dei diritti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Elena Mazzoni, responsabile nazionale PRC-S.E.

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