23marzo vastanodi Alba Vastano
Giornalista Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute

Non ancora affievolito l’eco delle voci giovanissime del Fridays for Future del 15 marzo che da mille piazze hanno rivendicato l’attenzione dei potenti della Terra sul clima e sull’ambiente naturale, spazio del loro futuro. Si è tornati in piazza a Roma, il 23 marzo, e le voci che protestano contro le grandi opere come Tav e Tap sono state anche qui di giovanissimi, ma non solo. In piazza c’erano comitati, associazioni e partiti che dell’ambiente ne fanno un progetto di vita e di lotta. Greta, la sedicenne svedese che dà lezione al mondo, sensibilizzandoci sul degrado ambientale, sui danni conseguenti sul clima.

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manifestazione20Care compagne e cari compagni,

sabato 23 Marzo, alle ore 14, a Roma, da Piazza della Repubblica, si terrà la “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili”. Rifondazione Comunista sarà presente con un proprio spezzone di corteo aperto da un camion con musica e striscione contro le grandi opere inutili.

L’appuntamento è di fondamentale importanza, ancora di più perché giunge una settimana dopo il grande Sciopero Globale per il clima, che ci ha visto presenti in tutto il territorio nazionale, accanto a decine di migliaia di manifestanti in specie di giovani.

Le grandi opere inutili sono diventate uno dei temi politici più importanti di questo periodo. La polemica scuote sempre più il governo dove i 5 Stelle, che hanno attinto gran parte del loro consenso da movimenti ambientalisti,  stanno dando mostra di posizioni  altalenanti, contraddittorie  subendo l’iniziativa di gruppi industriali e finanziari che dalle grandi opere traggono enormi profitti.

Le grandi opere che i vari governi, presenti e passati, nazionali e regionali, auspicano, vanno contro l'interesse della popolazione. Rispondono all'interesse di pochi, alla logica dei potentati economici e finanziari che oggi dettano le regole. Queste opere, dalla TAV al MUOS, dalla Pedemontana al Mose, passando per il Terzo Valico e i mega parcheggi sulle mura storiche delle nostre città, sono inutili e dettate da una sola logica: profitti per pochi, costi e danni per le casse pubbliche e soprattutto per l'ambiente. Le grandi opere consumano suolo prezioso per la produzione agricola e per le fondamentali aree boschive, pregiudicano il paesaggio, le falde e la qualità dell'aria, portano con loro rischi costanti di disastro ambientale: sversamenti, incendi, allagamenti, crolli, frane. La vera emergenza è il dissesto idrogeologico. La vera grande opera necessaria: la messa in sicurezza del territorio. per tutte queste ragioni è importante partecipare numerosi alla manifestazione del 23 marzo.

Tutt@ a Roma, a pugno chiuso e con tante bandiere di Rifondazione Comunista.

Elena Mazzoni
Responsabile nazionale Ambiente Prc-Se                         

Ezio Locatelli
Responsabile Organizzazione Prc-Se

gc23marzoLa qualità dell’aria in continuo peggioramento, aree verdi decimate, risorse idriche a rischio, terreno spesso improduttivo, temperature generali in continuo aumento, ghiacciai in disgelo anticipato, specie animali e vegetali sempre più scarse. Queste non sono delle minacce, questa è la realtà.
Se il nostro pianeta oggi è concretamente a rischio estinzione, l’unico modo per riuscire a imprimere un cambiamento efficace è incominciare a lottare contro i modelli di inquinamento e contro i governi che continuano a promuoverli.

Le Grandi Opere industriali hanno causato, e continuano a causare devastazioni nei territori coinvolti. Un modello di sviluppo che non coinvolge le popolazioni, ma che, sfruttando le simpatie delle istituzioni passate e presenti , decide delle sorti ambientali e sociali di un territorio. Un modello dissipativo delle risorse locali, corrosivo per la comunità, incentrato sulla cessione di salute e ambiente in cambio di lavoro o di energia.
La politica fino ad oggi non è riuscita a dare delle risposte, in realtà non si è mai posta neanche le domande.

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rovigo3“Dopo decenni di governo del Centrodestra e della lega il Veneto è la regione in Italia e in Europa più inquinata e con il più alto consumo di suolo. Questi sono i primati di Zaia. Come nella vicenda dei Pfas anche per la Valdastico e le opere collegate innumerevoli denunce di comitati e di rifondazione comunista sono state colpevolmente ignorate da chi aveva ed ha la responsabilità della salute e della sicurezza delle cittadine e dei cittadini. Chi ha fatto dello slogan prima i Veneti il suo cavallo di battaglia, ha permesso in nome dei profitti e della rendita la trasformazione della nostra terra in una pattumiera. Questi sono i fatti per chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà.

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ripopmontagnadi Rifondazione Comunista - Segreteria regionale Fvg -

La recente proposta lanciata da don Pierluigi Di Piazza di ripopolare la montagna friulana prendendo ad esempio il modello Riace è una suggestione che merita di essere considerata.

Noi siamo per il meticciato, perché crediamo che sia il sale dell’umanità e perché pensiamo che sia l’unico futuro possibile.

Ma accogliere la proposta di don Di Piazza significa anche entrare nel merito, discuterla, ampliarla, individuarne i punti di forza e i punti deboli, aprire un ragionamento collettivo che la possa inserire in un quadro organico.

Rifarsi al modello Riace significa comprendere che esso è stato costruito attraverso il coraggio esemplare di un sindaco e della sua giunta che hanno ritenuto di procedere al ripopolamento del loro comune accogliendo e stabilizzando migranti in assoluta controtendenza rispetto agli stessi assetti istituzionali e spingendosi talvolta a forzare la stessa legalità.

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