Pfas La Giunta regionale leghista si è caratterizzata da sempre per immobilismo e sudditanza nei confronti della Miteni, multinazionale criminale che, con i Pfas, ha inquinato il territorio mettendo in pericolo la salute di centinaia di migliaia di persone. Ora Zaia e Co., con la richiesta di ammissione al passivo per 4,8 milioni di Euro, offendono e prendono in giro i cittadini veneti.

La Lega non ha fatto nulla negli anni al fine di contrastare l’attività della Miteni. Si è dimostrata incurante del problema, anche di fronte alle prese di posizione nette dei vari soggetti che hanno certificato, scientificamente, la situazione di inquinamento e di pericolo sanitario.

Il conto l’hanno pagato gli abitanti delle zone inquinate, che hanno visto la salute propria e dei propri figli messa a repentaglio. Zaia non ha pagato alcun conto e non ha titolo morale e politico per chiedere alcunché. La Giunta regionale ha bivaccato sui propri scranni come fa sempre, favorendo lo sfruttamento del territorio veneto da parte delle multinazionali e degli interessi privati.

Delle due l’una: o questa richiesta di indennizzo è un espediente qualunque per rimpinguare le casse scialacquate della Regione, scendendo furbescamente dal carro del potente decaduto; o, più probabilmente, si tratta della consueta demagogia, del far finta di battere i pugni sul tavolo quando oramai, visto il fallimento di Miteni, è palesemente inefficace e non disturba più il potere economico.

Rifondazione Comunista ritiene necessario un cambiamento radicale del modello di sviluppo in Veneto, che veda il rispetto e la difesa dell’ambiente e del territorio come basi fondanti; continua a sostenere i cittadini ed i comitati No Pfas in questa importante vertenza a difesa della salute e dell’ambiente, così come si schiera da sempre al fianco delle lotte ambientali in Veneto.

Elena Mazzoni - Resp. nazionale Ambiente PRC - SE
Gabriele Zanella - Resp. regionale Ambiente PRC - SE
Paolo Benvegnù - Segr. regionale PRC - SE

eni11L'industria chimica ha segnato la storia di diversi territori, compromettendone inevitabilmente il futuro. danni al suolo, alle falde, al mare, agli animali e alle popolazioni coinvolte in disastri ambientali  causati dall’industria chimica sono incalcolabili, e molto spesso sono tenuti nascosti.  Quando la salute del pianeta e di chi lo abita viene danneggiata si commette un crimine e chi ha promosso questo modello di sviluppo ha commesso un crimine.  
Se queste considerazioni fossero state fatte prima del 26 settembre del 1976, Manfredonia, un comune marittimo del foggiano, non avrebbe il più alto tasso di tumori polmonari della regione, il numero di malformazioni infantili non sarebbe ben al di sopra della media nazionale, nelle falde e nel mare i livelli di arsenico sarebbero nella norma.

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lavorti-Pedemontana-Venetadi Gabriele Zanella, responsabile ambiente regionale PRC Veneto -

Il gravissimo fatto della morte dell’operaio Gianfranco Caracciolo è l’ennesimo tragico evento legato alla Superstrada Pedemontana Veneta, che non manca, di settimana in settimana, di riservare ai veneti danni e profonde ingiustizie in ogni forma.

Quando ci rapportiamo all’arteria di 94,5 km con la quale Zaia vorrebbe collegare l’A4 da Montecchio (VI) all’A27 presso Spresiano (TV) ci troviamo di fronte ad una valanga fuori controllo; una voragine senza fondo; una miscela di danni ambientali, vittime sul lavoro, illegalità e servilismo delle istituzioni agli interessi del capitale privato ai danni della collettività, sul quale è bene far luce in maniera sistemica e complessiva, a partire dai grandi interessi che stanno minando le fondamenta dell’ambiente, della salute e dei rapporti economici in Veneto.

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notriv11Sabato 12 Gennaio scenderemo in piazza a Licata con i Comitati No Triv siciliani, per dire “NO” all’ennesima operazione di speculazione capitalistica di ENI, che vuole realizzare, nel meraviglioso braccio di mare tra Gela e Licata, un gasdotto di collegamento tra i pozzi off-shore e il centro di collegamento di Gela.
“Nel mare passerà un’autostrada di metano, per noi inaccettabile. La Sicilia non può diventare, per la complicità dei 5 stelle e per l’asservimento della Lega al mondo OIL&GAS, il luogo di stoccaggio del gas metano, invasa da navi commerciali, centrali di raffinazione, cisterne, serbatoi, condotte, strutture inquinanti, centro nevralgico di una vasta operazione speculativa internazionale”, dichiara Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente del Partito della Rifondazione Comunista-SE, tra i primi a scoprire nel Bollettino degli Idrocarburi del Ministero, e a denunciare, le nuove concessioni per le trivelle nel mare Ionio.
“La Sicilia non può essere né la piattaforma militarizzata degli Usa e della Nato, da Sigonella al Muos di Niscemi, né il territorio colonizzato di operazioni speculative . La vocazione naturale dell’isola richiede politiche di sostegno delle produzioni agricole locali, di tutela della pesca, di difesa della natura e dei beni comuni, di rifiuto della cementificazione delle coste”, conclude Mimmo Cosentino, segretario regionale del Prc Sicilia.
Invitiamo ambientalisti, pacifisti, associazioni, pescatori, lavoratori del turismo e quante/i amano il mare e il loro territorio a raggiungerci in Piazza Regolo a Licata sabato 12 Gennaio, alle ore 10,30, per gridare insieme: “Il mare non si spurtusa”.

Elena Mazzoni – responsabile nazionale ambiente PRC – SE
Mimmo Cosentino, segretario regionale Prc Sicilia

notriv09di Elena Mazzoni* -

Il mare tra Gela e Licata è ricco di pesci e di vita, sulle sue coste si affaccia la riserva naturale orientata del lago di Biviere, di cui Plinio il Vecchio cantò i riflessi lunari e che è punto di sosta dell’aviofauna in volo dal Nord Africa. Qui, tra un sarago e un tonno, un airone e un cavaliere d’Italia, un martin pescatore ed una volpe; in mezzo a cooperative di pescatori, bambini che giocano a palla e persone che si tuffano tra le onde cristalline, l’Eni, multinazionale tra le prime dieci compagnie petrolifere al mondo, ottenne, nel 2013, i permessi per il programma “Offshore Ibleo”.

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