di Bruno Steri
Nel giorno in cui alla fine dello scorso marzo una delegazione Prc-Pdci arrivò in Cina, la prima pagina del Business China Daily così titolava: Le aziende Usa prevedono per la Cina una crescita più lenta. L’articolo riportava i dati di un sondaggio condotto dalla Camera di Commercio Americana tra gli amministratori delegati delle principali multinazionali Usa presenti nel Paese: dall’indagine risultava che, per l’80% degli intervistati, “i costi crescenti ostacolano il business” e che la metà di essi vede a rischio i propri margini di profitto, in quanto “l’inflazione salariale e le nuove misure per la sicurezza sociale hanno significativamente spinto in alto i costi operativi”.
da Pubblico
«Perché mio figlio è morto così?». Jihad Misharawi è un giornalista della Bbc, vive a Gaza. Un razzo d’Israele ha ucciso il suo bimbo di soli 11 mesi, Omar, e la moglie del fratello.
Il prezzo dell’operazione israeliana “colonna di nuvola” l’ha pagato quel bimbo e il padre, in lacrime, davanti ai giornalisti di tutto il mondo ha spezzato la rabbia e il dolore chiedendosi: «Perché mio figlio è morto così?».
Paul Danahar, collega della Bbc, ha pubblicato le foto della casa con le pareti annerite e tutto distrutto. Parlano da sole della violenza sui civili negli ultimi giorni a Gaza dopo l’attacco aereo di Israele che ha fatto 15 morti fra i palestinesi e la risposta a colpi di razzi di Hamas che ha provocato 3 vittime.
di Goffredo Adinolfi
Il governo vuole «rifondare lo stato»: aumenta del 10% il bilancio della polizia e pensa a mettere i tagli al welfare in Costituzione
Stavolta è impossibile non rilevare come quella di ieri sia stata davvero una grandiosa giornata di lotta. Trasporti bloccati, scuole chiuse, fabbriche ferme: Lisbona è rimasta per l'intera giornata avvolta in un insolito silenzio. È indubbio che ieri i lavoratori hanno mostrato in modo inequivocabile quale sia il vero motore su cui il Portogallo può contare per uscire dalla crisi.
Apparentemente nulla sembrerebbe essere stato ottenuto, eppure, nonostante tutto sembri ripetersi, stavolta tutto appare differente. Per almeno tre ordini di ragioni: la prima è che questa volta è stato uno sciopero, o giornata di lotta, a livello europeo, moltiplicando, esponenzialmente, il suo impatto effettivo.
di Giuseppe Grosso
Da Bruxelles a Cipro, 23 Paesi, 25 milioni di lavoratori, rispondono alla chiamata contro le politiche di austerità. E sulle sponde del Mediterraneo la protesta si infiamma È un'onda gigante quella che attraversa la penisola iberica. Alla «huelga general» hanno aderito oltre il 75%. Madrid blindata dalle forze dell'ordine. Cariche e scontri in diverse città
Niente picchetti davanti alla stazione della metro. Anzi, all'interno - sono le 9 di mattina - più gente del solito accalcata sulla banchina. Non sorprende, visto che due terzi delle corse della metropolitana (solitamente efficientissima), sono state soppresse per lo sciopero generale che ieri ha paralizzato Madrid e la Spagna.
da Marx 21
Nel momento segnato da una grave situazione per i lavoratori e i popoli di Portogallo e Spagna, che devono affrontare una violenta offensiva contro i loro diritti lavorativi e le loro conquiste sociali e democratiche, il Partito Comunista Portoghese (PCP) e il Partito Comunista di Spagna (PCE) ritengono che la crisi in Portogallo e Spagna, con caratteristiche specifiche in ogni paese, riflette l'approfondimento della crisi del capitalismo e della sua espressione nell'Unione Europea, a cui il grande capitale tenta di rispondere con un'offensiva che configura un grave regresso di civiltà. Le politiche seguite, sia in Portogallo che in Spagna, avanzano con la brutale spirale di austerità, intensificazione dello sfruttamento, disoccupazione, bassi salari e precarietà, impoverimento, con la messa in discussione di diritti, condizioni e servizi essenziali per la necessaria prestazione di assistenza sanitaria, di educazione e di sicurezza sociale, che stanno creando situazioni di autentica catastrofe sociale.