di Paolo Valentini :: Intervista ad Irvine Welsh
Il ragazzo cattivo della letteratura anglosassone è tornato. Iconoclasta, arrabbiato e provocatorio come sempre. Non è cambiato nulla nel modo di raccontare le “sue” storie. Le sue canaglie preferite, i suoi scalmanati diavoli alla ricerca di panacee, usano le stesse parolacce, lo stesso linguaggio oltraggioso e scandaloso delle persone che vivono ai margini. La stessa rabbia, lo stesso rancore, la stessa disperazione e ansia di bucarsi.
Irvine Welsh è la letteratura realista di oggi. Un po’ Dickens, un po’ Bukowski, la sua scrittura “sporca ”, eccentrica, spesso disordinata e virulenta, anarchica nello stile fa decisamente scuola.
Ripartendo dall'antefatto del suo libro più famoso, Trainspotting, da cui è stato tratto il film manifesto degli anni novanta, Skagboys (Guanda, 2012) ci catapulta nel momento in cui tutto ha avuto inizio: quando i tossici terribili più amati e odiati di Scozia hanno cominciato a farsi.
Ma Welsh non è solo lo scrittore che meglio ha saputo raccontare il mondo estatico dell’eroina, è anche il cittadino furente contro la politica di oggi, contro le società malconce di questo inizio secolo menzoniero. Sembra quasi di sentirli parlare, Mark e Sick Boy, lungo la ferrovia, in un’ammissione che riassume il senso di un vuoto: «Quel sollievo che ti sembra un'estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l'euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere». Oppure:«Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto».
Skagboys ritrova i personaggi di Trainspotting, ma nel momento in cui i ragazzi scivolano nel baratro dell’eroina. Perchè ha sentito il bisogno di raccontare quel pezzo di storia?
Volevo raccontare una storia sugli anni ottanta perché credo che ciò che è accaduto in quel decennio sia sostanzialmente alla base dei problemi che abbiamo al giorno d'oggi. Mi spiego meglio. In quegli anni, l'élite al potere in Gran Bretagna ha deciso di non ricompensare più la working class con le briciole del suo tavolo, per il ruolo svolto nella salvaguardia dell'imperialismo e nella sconfitta del nazismo. Ha deciso che invece del, diciamo, 60% della torta, ne voleva l'80%. Ora, naturalmente, è passata ad una fase ulteriore delle sue rivendicazioni: vuole tutto.
Che vita farebbero oggi i Mark Renton, i Sick boy, gli Spud e soci di Scozia? Avrebbero la pancia e farebbero la fila al supermercato?
Oggi seguirebbero delle terapie a base di metadone, si bucherebbero con la “sponsorizzazione" dello Stato per combattere lo squallore della vita e renderla più sopportabile. Quando facevo parte di quel mondo, era tutto nuovo, diverso, non sapevamo esattamente cosa stavamo facendo. Ora sarebbe solo deprimente.
Voterebbero per l'indipendenza della Scozia?
Non tutti i personaggi del romanzo la vedrebbero allo stesso modo. Alcuni sarebbero favorevoli all'indipendenza della Scozia, altri no e altri ancora sarebbero confusi e indecisi.
In Italia sta tornando l'eroina. Costa meno di una volta ed è più facile trovarla. La vita “tossica ” di oggi somiglia a quella dei suoi ragazzi scozzesi?
Se le persone hanno delle possibilità, delle alternative valide e stimolanti non entrano nel mondo dell'eroina, punto e basta. Forse, possono sperimentare, come fanno i giovani, ma non si abbandonano ad uno stile di vita del genere. A meno che non abbiano la sensazione che la società non offra loro nulla. In molti casi, bisogna dire che hanno ragione, non offre molto.
Quanto la “Big Society” di David Cameron, il primo ministro conservatore, ricorda la Gran Bretagna di Margaret Thatcher, la “lady di ferro”?
Margaret Thatcher era la versione schietta di David Cameron; lei se ne fregava di tutti, non le importava che di se stessa, ma almeno non ci riempiva di stronzate. Cameron dovrebbe darci un taglio, la sua “big society” è una società sballata, ma non nel senso delle droghe.
Che scrittori le piacciono oggi? Chi le piace leggere?
Tutti, se posso, il maggior numero possibile. Di recente, sono stato in Canada quindi ho letto scrittrici canadesi come Alice Munro, Miriam Toews, Barbara Gowdy e un libro fantastico intitolato Sweet Jesus di Christine Pountney. Il Canada ha dei grandi scrittori di narrativa, più di quanto non si pensi.
Il duro Welsh scriverà mai una commedia romantica o una storia alla Bridget Jones?
Scrivo anche per il cinema (sceneggiatore dei suoi libri Ectasy e Acid House, ndr) e le mie cose risultano più delicate sul grande schermo perché lo spettatore è legato all'idea del regista, ad un rapporto di schiavitù con il regista. Eppure, io amo i libri perché puoi andare dritto al punto e ogni lettore può immaginare il proprio film.
da Pubblico