Mentre al Senato si sta privatizzando l’università pubblica e uccidendo la ricerca, con il decreto “milleproroghe” il governo porta a compimento la politica di di mercificazione dei saperi e di smantellamento dell’intervento pubblico in tutti i settori dello spettacolo, della comunicazione e della cultura.
Il Fondo unico per lo spettacolo non è stato reintegrato e resta inchiodato a 258 milioni di euro: vuol dire decretare definitivamente la morte dello spettacolo e della produzione culturale nel nostro paese. Vuol dire uccidere la libertà d’espressione, la circolazione delle idee e il pluralismo culturale insieme all’autonomia e all’indipendenza della produzione culturale; vuol dire altre migliaia di persone senza lavoro e senza ammortizzatori sociali.
Ma non basta. Con il taglio dei fondi all’editoria rischiano la chiusura decine di testate giornalistiche e si mette a rischio il pluralismo e la reale libertà d’informazione.
Rifondazione comunista sarà a fianco dei lavoratori dello spettacolo, dell’informazione e di tutto il mondo della cultura nella lotta contro questa nuova forma di genocidio culturale. Rifondazione comunista chiede non solo le dimissioni del ministro Bondi ma la fine di un governo ormai ridotto a mercanteggiare i voti per garantire la propria sopravvivenza. Quello che veramente è a rischio in questo paese è la stessa democrazia.
Roma, 23 dicembre 2010
Stefania Brai – Responsabile nazionale Cultura Prc