pegoloabbiamo ricevuto negli scorsi giorni diverse sollecitazioni da parte delle strutture locali del partito in merito alla campagna di raccolta firme a sostegno del referendum Passigli sulla legge elettorale.
Non siamo stati in grado, fino ad oggi, di dare risposte adeguate in quanto fino all’ultimo è stato impossibile determinare con esattezza l’esito della vicenda.
A questo punto è possibile dare indicazioni più puntuali.
A tal fine è necessario ricostruire brevemente le vicende.L’iniziativa di modifica della legge elettorale tramite referendum è stata assunta dall’onorevole  Passigli, esponente del partito democratico.
Fin dall’inizio è apparso chiaro che l’iniziativa, oltre ad essere sostenuta da una serie di figure dal mondo intellettuale, aveva ottenuto l’appoggio della CGIL e con ogni probabilità di un settore del partito democratico.
Il nostro coinvolgimento si è avuto attraverso la richiesta dello stesso Passigli al compagno Gianni Ferrara di aderire all’iniziativa.


Successivamente si è costituito un coordinamento più ampio.
Come partito abbiamo dato la nostra disponibilità da subito assumendola ufficialmente nel corso dell’ultimo CPN.Le ragioni della nostra adesione, come ho avuto occasione di argomentare in un articolo apparso su Liberazione, (che vi allego) discendono da un giudizio positivo sull’iniziativa che si proponeva di togliere il  premio di maggioranza, eliminare il riferimento al leader della coalizione e di consentire ai cittadini di esprimere la propria preferenza per i candidati.

Nel complesso la proposta mirava alla trasformazione dell’attuale legge elettorale in un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 4%, unico elemento sul quale abbiamo espresso delle riserve.Quello che è avvenuto successivamente è estremamente grave.La componente del partito democratico più convintamente maggioritaria ha contrapposto al referendum Passigli una propria proposta referendaria, la cui conformità ai requisiti necessari per l’accoglimento è molto dubbia, tesa a contrapporre un modello elettorale che ricalca il vecchio “mattarellum” e cioè quel sistema che prevedeva che i tre quarti dei seggi alla Camera venissero assegnati con il maggioritario di collegio a turno unico e il restante 25% con un sistema proporzionale con uno sbarramento al 4%.Con questa iniziativa, Veltroni ed altri esponenti del PD hanno mirato a vanificare l’iniziativa Passigli, aprendo un contenzioso nello stesso gruppo dirigente nel partito democratico.
La cosa tutt’avvia più grave è che a questa iniziativa si sono aggiunte l’Italia dei valori e Sinistra ecologia e libertà.
E’ del tutto evidente come entrambe queste forze, e in particolare SEL, considerano il maggioritario come il modello istituzionale più favorevole ad esercitare il proprio ruolo.
Dal punto di vista politico, a nessuno può sfuggire come questo passaggio sancisca per un pezzo della sinistra l’adesione a quel sistema bipolare che tanti guasti ha prodotto nel nostro Paese, non ultimo la possibilità offerta al centro destra di governare il Paese senza disporre di una reale maggioranza.
Di fronte alla nuova situazione e alle pressioni provenienti dal gruppo dirigente nazionale del partito democratico abbiamo dovuto assistere al volta faccia dell’onorevole Passigli che, a questo punto, si è assunto la responsabilità, in totale solitudine, di proporre la moratoria della raccolta delle firme a favore del referendum che era già in corso.
Non solo, lo stesso Passigli, nel tentativo di dare un minimo di legittimità alle proprie proposte, ha avanzato l’ipotesi del tutto irragionevole di una collaborazione con i sostenitori dell’altro referendum . Di fronte al venir meno dell’impegno del principale proponente e di fronte alle pressioni provenienti dal PD, gioco forza è venuto meno l’impegno della CGIL, anche se fino ad ora non vi è stato un abbandono formale.Da tutto ciò ne consegue che l’iniziativa referendaria tesa all’introduzione di un sistema proporzionale si è praticamente arenata e molto difficilmente potrà essere ripresa in tempi brevi.
Ciò a maggior ragione nel momento in cui la moratoria  Passigli ha bloccato la raccolta delle firme e quindi i tempi sono già diventati insufficienti.Per questa ragione non è opportuno, allo stato attuale, concentrare gli sforzi delle nostre organizzazioni locali sulla medesima raccolta di firme.
Si tratterebbe di un impegno, per quanto meritevole,destinato a non dare risultati pratici.
Non per questo, tuttavia,vanno rese dichiarazioni pubbliche di abbandono del sostegno del quesito referendario ed anzi va ribadita la nostra disponibilità in qualunque momento ad attivarci in conformità alle decisioni assunte dai proponenti.La vicenda ,in ogni caso, ci offre l’opportunità di una nostra offensiva tesa, non solo a ribadire la nostra scelta a favore del proporzionale, ma anche a far luce sulle responsabilità delle varie forze nella vicenda in questione, a partire da PD, ma anche dall’IDV e da SEL.Per queste ragioni vi suggeriamo di predisporre all’interno delle feste di Liberazione o della FDS momenti di dibattito su questo tema.
Per quanto riguarda la presenza di esponenti del partito o di figure illustri del costituzionalismo democratico, sarà nostra cura come dipartimento fornirvi tutte le informazioni e il supporto necessari.
Fraterni saluti

Gianluigi Pegolo
Segreteria nazionale
Responsabile Area Democrazia e Istituzioni

25 luglio 2011

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