di F. Man.
«Negli ultimi anni la sinistra italiana è stata subalterna ai poteri finanziari. Ha abbracciato con l’entusiasmo dei neofiti l’idea che il mercato senza Stato fosse la panacea di tutti i mali». Critica doppiamente dura quella di Vladimiro Giacché. Intanto perché arriva da sinistra, visto che si presenta alle politiche con Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. E poi perché di finanza il candidato arancione, almeno fino a martedì scorso, ne ha masticata parecchia. Cinquant’anni, laurea in filosofia alla Normale di Pisa, Giacchè ha scelto presto il mondo delle banche e dopo un’esperienza al Medio credito Centrale è stato stretto collaboratore di Matteo Arpe al vertice di Capitalia.