di Antonio Vanuzzo
Il Senato approva un emendamento a firma leghista: carcere fino a un anno per la diffamazione a mezzo stampa. «Il carcere rimane, quindi, e viene aumentata la pena pecuniaria», spiega Caterina Malavenda, tra i massimi esperti in Italia di diritto dell’informazione. Sallusti commenta: «A San Vittore sarò meno solo».
Palazzo Madama ha stabilito che la diffamazione a mezzo stampa è un reato che va punito con il carcere. È questo il risultato del voto al Senato sull’emendamento segreto proposto dalla Lega Nord e appoggiato dall’Api, che ha ottenuto 131 voti favorevoli contro 94 contrari e 20 astenuti. Il voto – particolare non secondario – è stato segreto. Caterina Malavenda, avvocato tra i massimi esperti in Italia di diritto dell’informazione, spiega a Linkiesta la ratio della norma: «Si tratta di un chiaro segnale politico, lo scopo del Parlamento è stato raggiunto, anche se per avere maggiori dettagli bisognerà aspettare domani quando si riunirà la Conferenza dei capigruppo».