di Adriano Prosperi
La “costituzione materiale” di questo governo suona così: «La Repubblica non riconosce a nessun cittadino il diritto al lavoro. E quindi non esiste più il dovere di contribuire col loro lavoro alla società».
Nella discussione confusa sulla crisi del sistema parlamentare e delle rappresentanze elettive, mentre i cittadini aspettano che si dia loro la possibilità di scegliere tra i vari partiti per ripartire verso un governo politico che sostituisca finalmente il direttorio “tecnico” – meglio sarebbe dire i commissari incaricati dal sistema finanziario di salvare banche e pagare debiti al prezzo dello scorticamento delle fasce non protette della società – vorremmo tornare qui a rileggere l’articolo 1 della Costituzione repubblicana del 1948: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro».