di Marcello Musto
È una notte freddissima e stellata quella che mi porta a Vallagrande. Sono a bordo di un autobus vecchio e malridotto, come tutti quelli destinati a queste tratte remote, e condivido il lungo viaggio iniziato a Santa Cruz, su una strada di montagna e a tratti sterrata, con gente del posto che ritorna in paese dopo un faticosa domenica di mercato. Intorno a me gli sguardi incuriositi dei bambini avvolti in coperte colorate e i volti degli adulti segnati dalla stanchezza. Tutti sanno perché mi trovo lì. Sono venuto a visitare La ruta del Che, i luoghi dove Ernesto Guevara trascorse le ultime settimane della sua esistenza. Quelli che avevo cercato sull'atlante geografico di mio nonno nell'estate in cui lessi, per la prima volta, il Diario in Bolivia.