Cinque operai morti. Il più giovane aveva solo 22 anni. Non si tenti di scaricare sul macchinista la responsabilità della mancata interruzione
Mentre esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei lavoratori chiediamo che al dolore dei familiari non si aggiunga l’offesa di liquidare con la parola incidente quella che è una vera e propria strage sul lavoro.
Di sicuro siamo di fronte a una tragedia che riguarda lavoratori di un'azienda esterna ed è noto che il ricorso agli appalti è uno dei metodi per ridurre i costi che pagano i lavoratori in termini di aumento dello sfruttamento e riduzione delle condizioni di sicurezza.
L'analogia con il film di Ken Loach del 2001 'Paul, Mick e gli altri' è inquietante.
Non è più tempo di ipocrisie e chiacchiere. Queste cinque morti sono il risultato di processi che denunciamo da tempo. Sono la conseguenza del progressivo smantellamento del sistema di prevenzioni e controlli che si traduce in un tacito e colpevole invito alle aziende a non investire nella sicurezza sul lavoro; della spinta a ridurre i vincoli e le penali a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti; a liquidare quelli che sono veri e propri assassini come tragiche fatalità.
Se RFI non è in grado di fare rispettare le regole sulla sicurezza deve cambiare la sua governance immediatamente. Chiediamo le dimissioni dell'amministratore delegato e del ministro dei trasporti e che sia fatta luce sulle ragioni della mancata interruzione della linea. Subito.
E bisogna evitare che, come accade sistematicamente, alla strage seguano l'ingiustizia e l'impunità.
Per queste ragioni come Rifondazione Comunista e Unione Popolare invitiamo tutte e tutti a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro nei banchetti che stiamo organizzando in tutto il paese.
Basta stragi sul lavoro! Basta esternalizzazioni!
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea