Prosegue senza sosta l’iniziativa del governo Meloni per favorire l’estensione del lavoro precario. È della leghista Tiziana Nisini la manina che ha colto l’occasione del decreto milleproroghe per far approvare un emendamento che rinvia dal 30 aprile al 31 dicembre la data entro cui poter rinnovare contratti a termine col semplice accordo individuale tra impresa e dipendente, possibilità tutta a vantaggio dell’impresa introdotta da questo governo nel famigerato decreto lavoro del maggio 2023.
E dice tutto della natura filo padronale di questa maggioranza la motivazione addotta dalla leghista: lo chiedono le imprese che sarebbero in difficoltà in quanto i contratti collettivi sono in fase di rinnovo.
Infatti in virtù di una misura “temporanea” introdotta dal governo Draghi durante il covid e poi resa definitiva da questo governo i contratti collettivi possono definire ulteriori motivazioni per il rinnovo dei contratti a termine oltre i 12 mesi
Uno schiaffo doppio ai lavoratori e alle lavoratrici: una nuova spinta all’aumento della precarietà e un incentivo alle aziende a non rinnovare i contratti di lavoro potendo utilizzare comunque lavoro precario.
Sono infatti ben 6, 5 milioni i lavoratori che attendono da anni il rinnovo dei contratti per recuperare in parte la perdita di potere d’acquisto generata dall’inflazione e, guarda caso, la gran parte di questi contratti riguarda proprio settori dove il ricorso alla precarietà è più massiccio.
Di fronte a tanto disprezzo per la dignità di chi lavora non è più possibile rinviare la lotta contro questa piaga che rovina la vita delle persone e il futuro delle nuove generazioni.
In Italia la precarietà ufficiale colpisce 3 milioni di lavoratrici e lavoratori, l’osservatorio dell’Inps sul precariato ci ha informato che nei primi 11 mesi del 2023 le attivazioni di contratti di lavoro di tipo precario sono state più dell’80% del totale. E’ ora di dire basta!
Antonello Patta
Partito della rifondazione Comunista/Sinistra Europea