Care compagne, cari compagni,
visto che si sono tenute le riunioni dei segretari di circolo a livello nazionale, a cui noi abbiamo partecipato virtualmente via skype (grazie per avere previsto questa opportunità), ho deciso di inviarvi il nostro intervento in proposito.
Non è stato possibile farlo dal vivo, ma credo che sia opportuno condividere con voi le nostre idee. Abbiamo già inviato il questionario ma credo che questa mail vada un po’ oltre ed approfondisca certi temi.

 


Quello che facciamo e siamo.
Noi riteniamo importante per il partito ed i suoi obiettivi avere una struttura di compagni all'estero. Non solo per mantenere vivi i contatti con gli altri partiti comunisti ed anticapitalisti e creare delle sinergie anche in Italia, ma soprattutto per cercare di essere utile strumento di lotta per le problematiche nei nostri connazionali emigrati. Vecchi e nuovi. Credo che voi siate al corrente che l'emigrazione italiana all'estero è ripartita in modo massiccio, con tutti i problemi conseguenti.

Nell'ultimo anno e mezzo abbiamo cercato di capire quale era la situazione dopo le batoste 2008- 2009 e scissioni varie. La situazione non era dissimile da quella del partito italiano.
Dopo 18 mesi di lavoro e grazie anche all'appoggio di Marco Gelmini e Marco Fars siamo riusciti a ricostituire un coordinamento europeo del partito,  (i compagni hanno capito che i problemi occorsi in passato erano molto legati a problemi di comunicazione) dove sono attivi circoli in Belgio, Parigi, Colonia, Stoccarda, Londra , un po’ di Svizzera e dei compagni sparsi che abbiamo recuperato nell'ultimo anno (cellule)  in Olanda, Lussemburgo, Spagna, Polonia e Danimarca.
Parliamo di circa 100 compagni iscritti e un potenziale di altri 500 in base ad alcune informazioni del recente passato e il risultato elettorale in Europa.

Tornando allo specifico del Belgio, noi da tempo lavoriamo a stretto contatto con i pochi compagni del PDCI presenti. I nostri iscritti sono in crescita e sono soprattutto giovani neo emigrati e qualche compagno storico di ritorno.
Siamo presenti a Bruxelles, nel nord del Belgio e nel sud nella zona mineraria di Charleroi. Seguiamo da alcuni anni dal Belgio anche il Lussemburgo e l'Olanda.
Abbiamo contatti regolari con i partiti comunisti e anticapitalisti belgi. Molti di noi hanno la doppia tessera, in modo da rafforzare i legami, e avere degli interlocutori che possano operare sul campo della politica belga portando le nostre istanze a livello istituzionale. Alle ultime amministrative alcuni nostri compagni sono stati candidati nelle liste dei partiti belgi, con un discreto risultato.
Usciamo pubblicamente almeno 4-5 volte l'anno con banchetti durante le feste organizzate da associazioni, partiti e sindacati. Questo ci consente di avere un contatto diretto con i tantissimi italiani presenti e di avere una visibilità pubblica riconosciuta.
Per rafforzare i legami con i partiti della sinistra anticapitalista abbiamo creato anni fa un coordinamento tra Linke, noi come Prc-Pdci, Izquierda Unida, ultimamente Syriza e il PSU marocchino , tutti presenti in Belgio e con cui organizziamo delle iniziative e ci coordiniamo durante manifestazioni e scioperi come unico gruppo.
Abbiamo una certa presenza anche tra gli indignados presenti in Belgio e in un gruppo neonato "No MUOS".
Lavoriamo dentro l' ANPI Belgio in cui esprimiamo 3 compagni nel direttivo e tutti i nostri compagni iscritti ne fanno parte.
La convivenza con gli altri partiti italiani  (PD, SEL, M5S e quello che rimane di IDV) è un po' tesa. Ci si parla regolarmente ma è chiaro sempre più che la prospettiva è divergente. Anche se ultimamente PD e SEL anche qui hanno avuto e stanno avendo dei contraccolpi.
Funzionano regolarmente sito e newsletter mensile. Abbiamo una associazione che lavora soprattutto sul versante culturale, spesso di concerto con altre associazioni italiane in Belgio.
Stiamo varando una inchiesta nazionale (ma probabilmente sarà europea) sulla nuova e vecchia immigrazione italiana, per capire quali sono i bisogni e stimolare un processo di soggettivizzazione e politicizzazione all'interno di questa comunità. Uno dei fini è quello di attivare dei servizi tipo partito sociale anche all'estero. Se non cerchiamo di risolvere i problemi reali, resta solo la propaganda. E altri sono più bravi di noi a farla. Questa idea ha fatto avvicinare al partito un gruppo di dissidenti di altre forze politiche con cui lavoreremo insieme . Con l'occasione abbiamo ripreso contatti con la FILEF nazionale (che è una organizzazione storica della emigrazione italiana che gravita oggi nella CGIL). Abbiamo avuto pieno supporto dal segretario nazionale a cui abbiamo fatto una bella intervista. Ci saranno delle sinergie tra questo lavoro e quello della FILEF.
Questo è quello che facciamo e spero di non non avervi rubato troppo tempo.

Ecco ora quello che pensiamo sia utile al Partito e alla nostra azione all'estero:

- crediamo che una riunificazione tra comunisti all'interno di un fronte di sinistra più vasto sia necessario per il futuro. So che non dipende solo da noi. Ma forse rendere sistematico a livello nazionale quello che il partito fa in molte realtà, crediamo sia davvero utile (lavorare con i militanti del PDCI e agire anche sulle loro contraddizioni. Potrei citare molti casi dove questo lavoro ha riportato compagni del PDCI dentro il PRC).

- eliminare dallo Statuto le pratiche correntizie come nello statuto PRC originario. Una cosa sono le aree, in qualche modo ricchezza di punti di vista, ma negli ultimi anni in molte parti del partito non si sono sapute gestire. Quando una idea di un compagno viene valutata solo in base alla sua appartenenza di corrente, crediamo sia grave. E questo va eliminato.

- Creazione di una "squadra" di compagni che si occupi degli "italiani nel mondo" e tenga i contatti con associazioni ed enti preposti tipo Filef e similari. Può essere all'interno del dipartimento organizzazione o meglio esteri o dove credete sia più opportuno. Una sorta di "ministero senza portafoglio" all'interno della struttura nazionale.
La squadra potrebbe essere fatta da uno o più compagni che stanno all'estero, più un compagno che sta a Roma ed è interessato all'argomento.  Ovviamente non a tempo pieno. Ci rendiamo conto della situazione e delle altre priorità. Ma un collegamento stabile è certamente necessario per svolgere al meglio il nostro lavoro all’estero.

- creazione di una unica federazione europea del Partito, ed in futuro in America Latina e Asia. Alle ultime elezioni abbiamo ripreso contatto con compagni residenti in quelle aree e che vorrebbero ricominciare a fare "partito". Vorremmo lasciare  la possibilità che si formino dei coordinamenti stabili nazionalmente ove necessario al posto delle attuali federazioni nazionali.

- abbiamo bisogno di reintrodurre nello Statuto la figura della cellula del partito per tesserare ufficialmente quei compagni sparsi in ogni dove in Europa ed in altri continenti. Oggi lo facciamo lo stesso ma chiarire ufficialmente questo punto sarebbe molto utile.

- Auspichiamo vivamente che lo “straordinario” congresso sia a tesi e non a mozioni contrapposte.
- Nel caso alcuni compagni del nazionale vengano all'estero, sarebbe bello che ci si incontrasse con le compagne e i compagni locali, o per lo meno che i compagni siano informati. Siamo giunti al paradosso che l'ultima volta che Paolo Ferrero è stato a Bruxelles , noi lo abbiamo saputo dai compagni di IU e da un compagno del PDCI che ha provveduto alla traduzione. Non è un rimprovero in nessuna maniera, ma potremmo gestire meglio la cosa in futuro, magari cercando di essere di supporto logistico per i compagni che arrivano.

In ultimo vogliamo rivolgervi un ringraziamento per il vostro lavoro. Il momento è difficile e ne siamo consapevoli e quindi la stima per i compagni che nonostante le difficoltà fanno del loro meglio è ancora maggiore..

Un fraterno saluto comunista

Pietro Lunetto
a nome del direttivo del circolo PRC ‘Berlinguer’
di Bruxelles (Belgio)

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