riforma elezionidi Nello Patta*

 

Le elezioni in provincia di Milano hanno mostrato processi in gran parte comuni al resto del nord Italia, in particolare in relazione all' incremento straordinario dell'area dell'astensione e al crollo di consenso per i partiti che hanno sostenuto il governo Monti. Il PD perde circa il 20 % dei voti che aveva nel 2010, crollano il PdL e la Lega perdendo, nei comuni sopra i 15 mila abitanti, tutte le amministrazioni al voto tranne una.  Il fenomeno Grillo incide in modo significativo permettendo al Movimento 5 stelle di eleggere un  consigliere in tutti i  sette comuni in cui si e' presentato nei quali ha ottenuto percentuali  dal 7 al 13%.

Dovremo tornare ad analizzare più a fondo questo fenomeno per indagarne meglio le basi sociali e confrontarci con i problemi che solleva; per ora mi limito a osservare che il “grillismo” beneficia del crollo della Lega e dell'IdV il cui calo di consensi non pare attribuibile, come in passato, solo allo scarso radicamento locale.

Noto soltanto, perché colpisce in modo particolare, che l'Italia dei Valori elegge consiglieri soltanto in 4 degli undici comuni al voto.

In queste note voglio limitarmi ad analizzare i risultati della Federazione della Sinistra nei comuni della provincia di Milano per provare a spiegare i motivi di un esito che io giudico positivo. Il campione mi sembra interessante sotto molti aspetti: per il numero dei comuni al voto, per la consistenza in essi delle piccole e medie città interessate, per la  compresenza di comuni storicamente di sinistra e comuni storicamente di destra e per la presenza di realtà nelle quali si è stati parte di alleanze con il centro-sinistra e di altre in cui ci si e' presentati in modo autonomo.

Infine, perché accanto a comuni dove il PRC è più  radicato abbiamo avuto comuni in cui la presenza organizzata del Prc, anche a causa della scissione, si era molto indebolita o addirittura dissolta.

Un ulteriore elemento di interesse è dato dal grandissimo dinamismo mostrato dai compagni nel percorrere ogni possibilità per unire le sinistre locali, quand'anche poco organizzate, e nello spingere realtà di movimento a candidarsi nella FdS o a concorrere presentandosi con propri simboli.

Il risultato è  stato che su undici comuni sopra i 15 mila abitanti, in 9 ci siamo presentati in coalizioni di centro sinistra, in 3 siamo rimasti fuori dall'alleanza col PD, ma non isolati, bensì in coalizioni alternative di cui siamo stati il motore principale.

In due comuni, grazie ai nostri sforzi, sono state costruite liste unitarie con SEL.

In 4 comuni siamo riusciti a costruire liste” bicicletta”: 2 con civiche "di movimento”,  2 con i Verdi.

Diamo ora uno sguardo generale sui dati emersi nelle urne. Prendiamo in considerazione i voti veri, non le percentuali che sono state utilizzate da una parte delle forze, il PD in particolare, che hanno sostenuto il governo Monti, per nascondere la perdita consistente di consensi. 

Nei comuni sopra i 15000 abitanti, gli unici dove e' possibile fare i raffronti, la Federazione della Sinistra cresce in modo significativo rispetto alle regionali del 2010 che rappresentano per noi il termine di paragone obbligato .

In cifra assoluta, sull' insieme degli undici comuni sopra i 15 mila abitanti, la Federazione della Sinistra registra un aumento netto di voti stimabile al di sopra del 20 per cento.

Se invece consideriamo tutti i voti ottenuti  dalle liste nelle quali la FdS si e' presentata  in "bicicletta" con civiche locali o altri, l'incremento diventa del 40%.

Se aggiungiamo i comuni dove i nostri compagni sono stati artefici di coalizioni alternative al centro sinistra, in due dei quali liste nate come espressione di battaglie locali in difesa del territorio hanno votato come candidato sindaco compagni di Rifondazione, localmente noti come dirigenti del nostro partito, il saldo diventa ancor più  positivo.

E non credo di fare, con queste "aggiunte" cosa sbagliata perché nella maggioranza di quelle situazioni quella raggiunta vuole essere la forma della sinistra alternativa locale o comunque l'avvio di un percorso comune che tenderemo a consolidare.

Va da sè che se guardiamo alle percentuali i risultati appaiono più significativi. Registriamo un vero e proprio raddoppio in comuni in cui  nel 2010 eravamo purtroppo scesi intorno al 2%, superiamo il 4% in 6 comuni su 11 e in 3, Cernusco, Pieve e Garbagnate (l'unico comune in cui si riesce a fare la lista bicicletta con SEL) si supera il 5%. Cernusco raggiunge il 6% superando il dato delle precedenti amministrative del 2007.

Interessante notare come a San Donato e a Senago i candidati sindaco sostenuti dalla FdS e dalla lista civica ambientalista  raggiungono rispettivamente il 5 e il 6%, non entrando purtroppo in consiglio comunale, per una manciata di voti, a causa della concentrazione di voti sul sindaco e non sulle liste.

Veniamo al numero degli eletti, dato per noi molto importante, per la presenza politica sul territorio, per la relazione con i movimenti e la capacita di investire le istituzioni delle istanze sociali.

Avevamo in questi comuni, quelli sopra i 15000, 7 consiglieri eletti nel 2007, in questa tornata ne eleggiamo 6, ma senza la riduzione dei consiglieri introdotta dal governo Berlusconi, coi voti ottenuti ne avremmo conquistato ben 11.

Ora qualche considerazione, già implicita nella descrizione del percorsi fatti e dei risultati conseguiti. I compagni e le compagne dei comuni, in gran parte del Prc, sono stati determinati nel perseguire con intelligenza e coerenza politica gli obiettivi assunti come Federazione in questa tornata elettorale e in particolare: nella ricerca si alleanze con il centro-sinistra sulla base di chiare discriminanti programmatiche e nell’utilizzo della scadenza elettorale per unire  il campo della sinistra alternativa locale costruendo liste e coalizioni unitarie,  caratterizzate per il rapporto con le battaglie per i diritti, il lavoro, i beni comuni, la difesa dell’ambiente.

La nostra linea ha trovato l'opposizione di SEL che ha perseguito l'obiettivo di isolarci in tutti i modi, arrivando perfino, con il suo candidato sindaco di Senago, a rifiutare pregiudizialmente il confronto programmatico con noi.

Il risultato deludente di SEL ha sicuramente risentito della perdita di capacità attrattiva che deve registrare il "fenomeno Vendola" (in 5 comuni sopra i 15 mila SEL resta più vicina all'1 che al 2%),  ma e' certamente anche la conseguenza in molte situazioni  del risentimento prodotto nelle sinistre locali dal suo rifiuto verso l'unità e dai danni prodotti dove la divisione  ha portato a non eleggere nessun rappresentante della sinistra. La conseguenza è che, nonostante abbia avuto due candidati sindaci, nei comuni sopra i 15 mila abitanti elegge solo 5 consiglieri.

Nonostante la posizione settaria di Sel, come risulta anche  dalla grande articolazione della nostra proposta, i compagni sono riusciti ad avviare con le liste percorsi unitari dal basso interessanti per il radicamento nel territorio e l'avanzamento dell'unità della sinistra.

Le coalizioni alternative costruite  a Senago e San Donato tra FdS e  liste civiche, espressione di comitati che hanno condotto mobilitazioni contro la speculazione e la cementificazione in difesa dell'ambiente  e del territorio, hanno permesso di raggiungere un buon risultato elettorale anche fuori dal centro- sinistra.

 

 

 

* Federazione PRC Milano

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