Di Mariolina Sisto -
È vero, facciamo il pieno di fondi dal due per mille senza avere un parlamentare. Anzi stando fuori dal parlamento italiano ormai da dieci anni». Per Marco Gelmini, tesoriere del Prc, gli ultimi dati del due per mille che vedono il suo partito al sesto posto della classifica (con 611mila euro di introiti), davanti a sigle che contano parecchi parlamentari, non sono una novità. E in effetti è così già da qualche anno. Ma qual è la ricetta che sta dietro a questo successo? «La ricetta sta nella storia che abbiamo alle spalle – spiega con tranquillità – sta nel nostro radicamento territoriale, nei nostri mille circoli e 20mila iscritti veri».
I numeri
Ma anche dando per scontato che tutti e 20mila i tesserati Prc abbiano donato il loro 2xmille al partito, i contribuenti che “optato” per Rifondazione sono stati oltre 61mila, tre volte il numero degli iscritti. «Siamo abituati ad autofinanziarci – insiste Gelmini -. Il lavoro sui simpatizzanti paga anche sotto il profilo delle donazioni del 2 per mille. Certo, il fatto di non avere una rappresentanza parlamentare sotto le nostre insegne ci penalizza, ma quest’anno ci presenteremo alle elezioni con la lista “Potere al popolo” e speriamo di entrare in Parlamento». Il finanziamento con il 2 per mille è condizionato dall’avere una rappresentanza in Parlamento e il Prc al momento ha dei rappresentanti al parlamento europeo al quale si era presentato con la lista “L’altra Europa con Tsipras”. Ma l’anno prossimo l’attuale parlamento Ue andrà in scadenza e dunque occorrerà avere un’altra rappresentanza.
Fondi in crescita e debiti del passato
Per il Prc, oltretutto, i fondi da due per mille sono in crescita del 32,3% rispetto al 2016. Ben oltre la media generale di crescita del 26 per cento. «Devo dire – ammette il tesoriere un po’ ironicamente – che quest’anno abbiamo investito qualche centinaio di euro su una campagna online per dare pubblicità alla scelta del due per mille in nostro favore». Ma dove vanno i soldi incassati? «Beh – ammette Gelmini – abbiamo ereditato 4 milioni di debiti che pian piano stiamo smaltendo. Avevamo 150 dipendenti e un quotidiano. Adesso, con la ristrutturazione siamo scesi a 10 dipendenti. Se teniamo questo standard dal due per mille andremo in pari con la gestione corrente. Ma c’è sempre il pregresso». La storia ha i suoi pro e i suoi contro anche dal punto di vista finanziario.