di Leonardo Martinelli
Maggioranza assoluta nella nuova Assemblea nazionale per il Partito socialista. E, quindi, un margine d’azione assai amplio per François Hollande e le riforme che vuole realizzare. E poi, l’entrata nel nuovo Parlamento francese del Front National, assente dal lontano 1988. Marine Le Pen, pero’, la zarina dell’estrema destra, sarebbe stata battuta. Sono le novità maggiori del secondo turno, che si è chiuso stasera, delle elezioni politiche francesi.
Ai socialisti, la maggioranza assoluta - Per averla nell’Assemblea nazionale bisogna raggiungere un minimo di 289 seggi. Ebbene, secondo gli exit poll, usciti dopo le 20, quando tutti i seggi elettorali sono stati chiusi, il Partito socialista (Ps) avrebbe oltrepassato questo limite, grazie a un sistema di voto maggioritario a due turni.Il Ps (assieme a due piccoli partiti alleati, fra cui quello radicale di sinistra) avrebbe ottenuto fra 312 e 326 seggi. I socialisti, insomma, per governare non avranno bisogno del sostegno del Front de gauche, l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon: eventualità che avrebbe spostato sensibilmente a sinistra la politica del neopresidente Hollande. Non solo: non necessiteranno neanche dell’appoggio dei deputati dei Verdi, che pure già sono rappresentati nel Governo nominato da Hollande dopo la sua elezione, presieduto da Jean-Marc Ayrault. I socialisti possono già contare sulla maggioranza assoluta al Senato. E governano ormai la maggior parte delle regioni e delle principali città del Paese.
Front National, di nuovo in Parlamento – Dal 1988 la formazione di estrema destra, proprio a causa del maggioritario a due turni, che favorisce i partiti principali, il Ps e l’Ump, quello di centro-destra, era assente dall’Assemblea nazionale. Impossibile, poi, per l’Fn ottenere l’appoggio di altri partiti: è successo anche stavolta, in nome di un ostracismo a difesa della democrazia anti-Front national. Ma l’aumento dei consensi ottenuto da Marine Le Pen (e la «dédiabolisation» da lei condotta: lo sdoganamento del partito rispetto agli eccessi e agli estremismi del padre) hanno stavolta reso possibile all’Fn di strappare qualche seggio in alcuni collegi. Secondo gli ultimi sondaggi sarebbero minimo due, massimo quattro. Ma Marine Le Pen, che si era presentata nella circoscrizione di Hénin-Beaumont, nel Nord operaio e popolare, nuova area di espansione del partito sarebbe stata battuta. Resta, invece, in lizza Marion Maréchal-Le Pen, che ha appena 23 anni, figlia di Yann, la sorella di Marine, e nipote del patriarca Jean-Marie, che, invece, era candidata nel Sud-Est del Paese, storicamente l’area dove il partito è più forte. Tra i «papabili» del FrontNational vi è anche Glbert Collard, avvocato che, a sorpresa, l’anno scorso si era messo alla guida del comitato di sostegno della Le Pen per le presidenziali 2012, senza comunque aderire al partito. Fa parte di quei personaggi «nuovi», che Marine Le Pen è riuscita ad attirare a sé, nell’ambito della sua strategia di dédiabolisation.
Ségolène Royal sconfitta: la guerra dei tweet – L’altra incognita dell’elezione era rappresentata dalla sorte della Royal, ex candidata alle presidenziali del 2007 contro Nicolas Sarkozy ed ex compagna di Hollande (e madre dei suoi quattro figli). Ségolène Royal si presentava nella città atlantica della Rochelle. E in questo secondo turno doveva affrontare un politico della sua parte, Olivier Falorni, insegnante di 40 anni, dissidente socialista. Falorni, da anni amico di Hollande, originario della Rochelle, nei mesi scorsi a sorpresa si è dimesso dal partito per protestare contro il fatto che da Parigi avevano deciso di catapultare nella sua città come candidata la Royal. Ebbene, Falorni l’ha spuntata: la Royal ha stasera ammesso la sua sconfitta. Una batosta per la donna, che, in realtà aspirava a diventare presidente dell’Assemblea nazionale. Nei giorni scorsi, Valérie Trierweiler, attuale compagna di Hollande, aveva inviato un tweet per appoggiare l’amico Falorni, nonostante ufficialmente sia Hollande che i vertici del Ps avessero deciso di sostenere la Royal. Ma, ormai, inutilmente.
da ilfattoquotidiano.it