La demagogica guerra ai cosiddetti "falsi invalidi" trova la sua concretizzazione nell'articolo 10 della manovra. Dal primo giugno 2010 si innalza dal 74% all'85% la soglia minima per l'ottenimento dell'assegno mensile di assistenza, tagliando fuori da questo istituto una parte di "veri invalidi". Il risparmio reale che ne deriva risulta esiguo (nella relazione tecnica previsti 10, 30, 40 milioni rispettivamente nel 2011, 2012, 2013) e sproporzionato rispetto ai danni che provocherà a persone già poco tutelate dal sistema di welfare italiano. Infatti, secondo la nuova disposizione l'assegno mensile di euro 256,67 non verrà più erogato, anche in presenza di un reddito inferiore ai 4.408,95 annui e dell’iscrizione alle liste di collocamento, tra gli altri, a persone con sindrome di down (75%), sordomute (80%) e amputate di arto superiore (75-80%). Persone che, per lo stigma dell'improduttività, sono già esclusi dal mondo del lavoro e dai processi di inclusione sociale. Insomma, un duro colpo alle condizioni di vita di coloro che già subiscono, e subiranno, la riduzione quantitativa e qualitativa di servizi e prestazioni sociali sui territori a causa dei tagli a Regioni e Comuni previsti sempre in questa manovra, che vanno a sommarsi a quelli attuati nelle precedenti finanziarie.Gli invalidi civili sono coloro ai quali sia stata accertata una riduzione della capacità lavorativa. La legge 118/71 ed il successivo decreto legislativo 509/88 stabilivano che qualora questa riduzione fosse quantificata tra il 74% ed il 99%, la persona aveva diritto a ricevere un assegno mensile di assistenza pari ad euro 256,67. La manovra finanziaria ha elevato la percentuale minima all'85%.
da Handylex.org:Facciamo due conti.Nel 2009 i titolari di assegno mensile di assistenza erano 273.726 (fonte: INPS), la percentuale richiesta 74-99%, l'importo mensile 256,67, l'importo annuale 3.328. Dal primo giugno 2010 si eleva la percentuale minima all'85%.Supponiamo per assurdo che ci siano 50.000 nuovi casi (cioè oltre il 20% dell'attuale universo) in un anno e di questi casi a tutti venga riconosciuta un'invalidità inferiore all'85% In questa ipotesi il risparmio sarebbe di 166.400.000 euro (50mila x 3.328 euro), che comunque è un ammontare non significativo nei bilanci dello Stato.Ovviamente non è pensabile che le domande siano 50mila: negli ultimi anni si sono registrati mediamente fra i 10 o 15 mila nuovi casi l'anno.Non è credibile nemmeno che tutte le percentuali di invalidità riconosciute siano inferiori al 85%. Quindi 166 milioni non sono raggiungibili nemmeno lontanamente.Osservando gli incrementi degli assegni degli ultimi anni, si può pensare realisticamente ad un numero vicino a 15.000. Dobbiamo supporre che comunque una parte di questi abbia i requisiti per superare l'85% di invalidità.Ad essere pessimisti (o ottimisti) possiamo realisticamente supporre che vengano escluse 10mila persone in forza delle nuove regole. Se questo è vero il risparmio annuo sarebbe di euro 33.280.000. Una cifra assolutamente limitata rispetto ai danni che provoca e alle aspettative del Governo.

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