"Reddito minimo per tutte e per tutti": è questo lo slogan della campagna per il reddito minimo garantito. E per sostenerla più di cinquantamila le firme raccolte. I promotori dell'iniziativa (una rete di associazioni vicine al Prc, al Pdci e a Sel) le hanno presentate oggi nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Ne bastavano cinquantamila per la proposta di legge di iniziativa popolare che dovrebbe istituire questo strumento di welfare già piuttosto diffuso, in varie forme, in Europa, ma le adesioni sono andate ben oltre. La proposta, dopo il successo della campagna "che ha coinvolto - secondo il comitato promotore - 200 città, con più di 250 iniziative" sarà depositata "entro i primi cento giorni" della prossima legislatura. "Il reddito minimo - si legge all'articolo 1, comma 2 del testo - ha lo scopo di contrastare la marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso l'inclusione sociale per gli inoccupati, i disoccupati e i lavoratori precariamente occupati (...)". Tra le previsioni della norma proposta la "erogazione di un beneficio individuale in denaro pari a 7200 euro l'anno, da corrispondere in importi mensili di 600 euro ciascuno" a chi ha un reddito di meno di 8.000 euro. Poi agevolazioni sui trasporti, le cure mediche, i libri scolastici. Il "beneficio" decadrebbe in caso di rifiuto di una proposta di lavoro formulata dal centro per l'impiego, oltre che in tutti i casi in cui il soggetto beneficiario acquisisca un contratto di lavoro o un reddito di lavoro autonomo incompatibile con i requisiti della legge. Il provvedimento verrebbe finanziato da un apposito Fondo che attingerebbe "alla fiscalità generale". In Europa mancano solo in Grecia e in Italia, e il Parlamento europeo ha chiesto al Bel Paese di adeguarsi. Per Paolo Ferrero, segretario del Prc, “occorre istituire subito il reddito minimo per garantire ai disoccupati la possibilita' di arrivare alla fine del mese: le risorse ci sono, sono quelle che si ricaverebbero da una tassa sui grandi patrimoni".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Oggi ricorre la giornata internazionale delle persone con disabilità e, come accade da alcuni anni a questa parte, dobbiamo registrare un ulteriore allontanamento tra i principi di inclusione, educazione e dignità della persona, contenuti nella Convenzione internazionale per i diritti delle persone con disabilità e nella nostra Costituzione, e le politiche del governo nazionale. Oggi le persone con disabilità stanno peggio, pagano sulla loro pelle e su quella dei familiari i feroci tagli ai fondi sul sociale e agli enti locali. I primi sono stati ridotti dal 2008 del 90%, addirittura azzerato quello per la non autosufficienza; i secondi, con il taglio di oltre 20 miliardi ai trasferimenti, non hanno più soldi per garantire i servizi più essenziali. La giornata di oggi dovrebbe almeno essere una buona occasione per riflettere sui danni sociali che si stano causando e provare a invertire la tendenza, per tornare ad essere un Paese civile, fondato su uguaglianza e solidarietà. Migliaia di disabili gravissimi aspettano ancora i 400 milioni di euro promessi dal governo sulla non autosufficienza. Basterebbe rinunciare a qualche inutile F35».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, ha dichiarato:

«Stamattina sono stato davanti al ministero dell'Economia con i disabili gravissimi del Comitato 16 Novembre per sostenere la loro battaglia in difesa dei diritti sociali negati dall'azzeramento delle risorse per l'assistenza. Nel 2008, quand’ero ministro, i fondi per il sociale ammontavano a più di 2500 milioni di euro, oggi sono praticamente a zero: è vergognoso questo taglio verticale di fondi importantissimi. Oggi il governo ha fatto l'ennesima promessa ai malati Sla: la mantenga, subito, e riporti a 400 milioni di euro il fondo nazionale per la non autosufficienza. Scandaloso che i soldi per gli F35 e le spese militari si trovino sempre, da subito, mentre i disabili gravissimi debbano arrivare a forme estreme di protesta, rischiando anche la vita, per essere ascoltati».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

"La nostra solidarietà alle persone con disabilità che hanno deciso di riprendere lo sciopero della fame, indetto dal Comitato 16 Novembre onlus, contro il mancato varo del Piano nazionale per la non autosufficienza. Siamo al loro fianco e condividiamo le loro ragioni, che li hanno portati a questa estrema forma di protesta. Il governo Monti, dopo i tagli già fatti da Berlusconi, continua ad accanirsi contro i più deboli. Le promesse, vaghe, del governo, sono una presa in giro nei confronti di queste persone. Saremo al loro presidio il 21 novembre davanti al Ministero per chiedere impegni concreti".

Stamattina abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale del Terzo settore "Cresce il Welfare, Cresce l'Italia", portando il nostro sostegno perché ne condividiamo pienamente le preoccupazioni come le proposte per superarle. Per invertire la tendenza catastrofica della macelleria sociale, iniziata dal governo Berlusconi e proseguita da quello Monti, vanno ripristinati immediatamente i fondi sul sociale almeno ai livelli del 2008, a partire da quelli per la non autosufficienza e per le politiche sociali, praticamente azzerati negli ultimi anni. Se non si interviene subito e con le risorse necessarie entro l'anno chiuderanno decine di migliaia di servizi sociali territoriali e le persone più fragili saranno abbandonate a loro stesse. I soldi ci sono, basta prenderli da chi ce li ha, con una patrimoniale, e tagliando le spese inutili, come quelle militari e quelle per la Tav in Val Susa. Apprezziamo l'impegno assunto da Bersani in tal senso nei confronti dei manifestanti, ma gli ricordiamo anche che il welfare che lui dice di voler difendere è praticamente condannato a morte dal pareggio di bilancio e dal fiscal compact che anche il Pd a sottoscritto in sede parlamentare. Riteniamo quantomeno contraddittorio affermare che si vuole ristrutturare una casa mentre nello stesso momento si abbattono le fondamenta.

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