di Paolo Borrello

Sarebbero almeno 600 milioni di euro le nuove tasse che gli studenti universitari dovrebbero pagare in seguito al decreto del governo Monti sulla “spending review”. Lo sostiene Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’UdU, Unione degli Universitari.
Infatti, attualmente, gli atenei fuorilegge che chiedono una tassazione eccessiva sono 35: in questi casi la tassazione supera i limiti fissati dalla legge per evitare tassazione troppo alte che vadano a negare il diritto allo studio universitario.
Con il decreto del governo Monti gli atenei fuorilegge passerebbero da 35 a 8.


Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’UdU ha dichiarato: “Elaborando i dati del ministero dell’Università si vede perfettamente la volontà perversa che si nasconde dietro a questo provvedimento: scaricare almeno 600 milioni di euro sulle spalle degli studenti e cancellare ogni limite alle tasse degli studenti fuoricorso o extracomunitari: l’omicidio dell’università pubblica”.

Orezzi ha poi aggiunto:

    “Nei giorni scorsi il ministro Profumo ha dichiarato che i fuori corso in Italia sono un problema.

    Dal governo dei tecnici non abbiamo bisogno di etichette ma di risposte ai problemi: per quale motivo non si prova a capire perchè ci sono i fuori corso?

    Perchè usarli come ‘arma’ per giustificare una liberalizzazione mascherata delle tasse universitarie?

    Perchè non dire la verità: quasi un 50% degli studenti italiani lavora per mantenersi gli studi, in quanto l’Italia e’ l’ultimo Paese europeo per investimenti in diritto allo studio.

    Quello è il vero problema, non e’ assolutamente un fenomeno culturale. Invece si fa finta di non vedere il problema e intanto,con questo provvedimento, si attenta alla natura pubblica dell’università italiana”.

Con il decreto sulla “spending review”, le università ancora oltre il limite della tassazione con il nuovo calcolo resterebbero 8: Bergamo, Insubria, Statale e Bicocca di Milano, Modena e Reggio Emilia, Parthenope di Napoli, Ca’ Foscari di Venezia e Urbino.
Orezzi ha inoltre rilevato come “l’aumento ipotizzato riguarda tutti gli studenti, ma in realtà per i fuoricorso e gli extracomunitari non ci sarà più alcun limite.
E’ nei fatti un liberalizzazione delle tasse studentesche mascherato, con fuoricorso e extracomunitari l’aumento potrà essere anche oltre il miliardo di euro”.
L’aumento medio a livello nazionale sarebbe di 650 euro, pari al 71%, con punte di oltre 1.400 euro per Sassari e l’Università della Basilicata e 1.300 euro per Cagliari. A La Sapienza e Siena aumenti possibili di oltre 1.100 euro, a Palermo 1.100 euro, a Messina e Foggia oltre 950 euro, a Perugia oltre 900, a Macerata e Firenze oltre 700 euro, a Pisa circa 680 mentre a Bari aumenti di più di 600 euro per l’università e più di 700 euro per il Politecnico.

Orezzi ha infine affermato:

    “Il governo sta uccidendo l’università pubblica.

    Scaricare oggi 600 milioni di euro sulle spalle degli studenti universitari e delle loro famiglie è un atto di una gravità senza precedenti.

    La Costituzione e il diritto allo studio universitario non possono essere cancellati con poche righe inserite a tradimento in una legge.

    Il governo deve immediatamente cancellare questa previsione senza se e senza ma.

    Siamo pronti a manifestare in tutte le piazze d’Italia.

    Chiediamo l’immediato intervento del Presidente della Repubblica e siamo pronti a ricorrere anche alla Corte Costituzionale: non accetteremo in alcun modo questo scempio”.

Gli aumenti delle tasse universitarie che si verificherebbero in seguito al decreto sulla “spending review” sono effettivamente eccessivi. Già da alcuni anni si sta assistendo ad una riduzione del numero complessivo degli iscritti nelle università italiane, a causa della crisi economica che colpisce il nostro Paese. Se quegli aumenti, così consistenti, fossero realmente attuati, inevitabilmente, diminuirebbe ancora di più il numero degli iscritti. Spesso si sostiene che per il futuro dell’Italia sarebbe necessaria una maggiore attenzione nei confronti dell’istruzione, anche di quella universitaria. Si consideri fra l’altro che la percentuale dei giovani che nel nostro Paese riesce a laurearsi è troppo bassa e decisamente inferiore rispetto alle percentuali che si verificano in molti altri Paesi. Un provvedimento quale quello esaminato dall’UdU dimostrerebbe invece che questo governo non intende affatto favorire l’istruzione universitaria, anzi essa verrebbe fortemente penalizzata.

 

agoravox.it

 

 

 

 

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