di Angiris Panagopoulos

Syriza come piccola coalizione della sinistra radicale greca ha finito di esistere venerdì sera, quando il presidente del gruppo parlamentare Alexis Tsipras ha aperto il congresso nazionale annunciando la creazione di un partito unitario. Di fronte a 3mila delegati, Tsipras ha detto che «se Syriza riuscirà a vincere le prossime elezioni sarà la scintilla che incendierà tutto il campo del neoliberismo europeo».

Alla vigilia del congresso, il coordinatore di Syriza Kostas Athanasiou racconta al manifesto la trasformazione di Syriza in partito che si concluderà a primavera.

«Siamo orgogliosi di tutto quello che abbiamo fatto finora in condizioni difficili e a volte disperate - spiega Athanasiou - abbiamo resistito come sinistra e come popolo contro le politiche più barbare applicate in Europa dopo la seconda guerra mondiale». «Syriza - racconta - è la testimonianza che la sinistra può fare i veri miracoli quando si mette a parlare e lottare con la gente senza perdersi nei labirinti dei personalismi e dei molti sì ma. Creare un partito unitario e di massa non rappresenta solo una questione organizzativa - racconta Athanasiou - Syriza aveva quasi 10mila iscritti e ora supera i 30mila. Abbiamo fatto 600 assemblee di base nei luoghi più impensabili. Spesso auto-organizzate, perché molti vogliono avere Syriza vicino a casa loro, nel luogo di lavoro, nel loro paese. Non è solo la gente di sinistra che si mobilita di nuovo con la crisi. Abbiamo moltissima gente che ha fatto le prime sue esperienze politiche con noi».
Però in tanti dicono che Syriza come partito diventerà un nuovo Pasok...
Non è facile liquidare il lavoro che abbiamo fatto con le battute. Noi siamo parte della sinistra radicale, non abbiamo guadagnato voti avvicinandoci al centro. Abbiamo lottato pacificamente, a mani nude, contro la repressione più brutale in Europa. Siamo tutt'uno con la radicalità della gente che non si è arresa, con i sindacati, i movimenti e tutto quello che si muove a livello sociale e politico a sinistra. Dal dicembre del 2008, quando un poliziotto ha assassinato il piccolo Alexis siamo stati nelle piazze. Quella morte atroce per noi è stato un punto di non ritorno. Politicamente e moralmente. Era il nostro Carlo Giuliani. Da allora la crisi ha versato altro sangue. Non parliamo di suicidi ma di omicidi pianificati e voluti da politiche antisociali. Abbiamo spiegato alla gente che le ragioni della crisi sono di classe e non abbiamo fatto il minimo passo indietro da quello che vogliamo fare con gli immigrati contro la xenofobia, il razzismo e i neonazisti. Abbiamo teso la mano ai giovani e ai lavoratori precari, ai disoccupati e alle donne. Per noi socialismo e comunismo sono indivisibili con la democrazia, la partecipazione e le libertà. Siamo nati e cresciuti lottando contro la socialdemocrazia, che ci ha portato in questa crisi. D'altro canto, non abbiamo una visione settaria. In Grecia esiste già una sinistra stalinista, che rimpiange il socialismo reale. Syriza rappresenta la grande bellezza del socialismo e comunismo democratico, della sinistra anticapitalista e rivoluzionaria, del comunismo libertario e dei movimenti dell'autonomia, dei nuovi movimenti. Siamo tutti uniti per non lasciare nessuno solo davanti alla crisi. Syriza è la dimostrazione che la sinistra può creare aggregazione, speranza e grande passione per la politica.
Syriza punta ancora al governo?
Negli ultimi giorni abbiamo visto la stupidità, l'incapacità e a volte anche la malvagità dei tre partiti che ci governano. Un governo di sinistra rappresenta l'unica possibilità reale per uscire dalla crisi salvando la nostra gente. Il governo non verrà come un frutto maturo.
Dobbiamo lavorare sodo con i movimenti e con la gente. Fare dure battaglie politiche per avere e sostenere dopo il voto un governo di sinistra. Il governo che vogliamo non sarà «neutrale» di fronte ai conflitti. Sarà un governo molto di parte. Quando verrà questo momento dovremo avere i movimenti e la gente a sostenerlo e ha controllare che non si fanno passi indietro rispetto alle nostre promesse.
Tra poco sia io come coordinatore sia Alexis Tsipras come presidente del gruppo parlamentare faremo un nuovo appello a tutte le forze di sinistra e a tutte le persone sensibili del paese per dare una risposta comune alla crisi partendo dai bisogni della nostra società e non dai bisogni dei banchieri».
Samaras, Venizelos e Koubelis insistono che il compromesso con l'Eurogruppo ha salvato il paese.
Questi tre leader e la troika distruggono la Grecia. Con le stesse politiche distruggono anche altri paesi dell'Europa del Sud. Potete immaginare la nostra allegria nel vedere i milioni di spagnoli e portoghesi in sciopero generale nelle piazze il 14 novembre, il ritorno della Fiom nelle fabbriche di alienazione della Fiat e i vostri ragazzi nelle strade per difendere l'istruzione pubblica e pretendere un futuro immediato. Per questo siamo irremovibili su molte cose: vogliamo l'abolizione dei Memorandum e la denuncia delle convenzioni dei prestiti, una moratoria e congelamento degli interessi del debito e la cancellazione della sua gran parte, eccetto il debito che hanno gli enti previdenziali e assistenziali. Siamo a favore della nazionalizzazione delle banche, senza offrire indennizzi ai grossi azionisti, e della nazionalizzazione delle grandi società strategiche che si sono privatizzate in questi anni. Nel frattempo, lottiamo per salvare pubblica istruzione e sanità e avvertiamo tutti di stare lontani dalle nostre infrastrutture, la nostra natura e specialmente le nostre coste. Noi vogliamo cambiare anche le leggi fiscali e quelle che riguardano le società offshore e la finanza creativa che ci ha portato in rovina.
La gente ha pagato già tantissimo. È arrivato il momento che il conto lo paghino i ricchi, gli evasori e gli speculatori. La favola che se cambiamo rotta ci mandano via dall'Europa non funziona più. È arrivato anche il momento di nuove alleanze per cambiare il tragico destino imposto dal neoliberismo selvaggio di Angela Merkel ai popoli dell'Europa. I vecchi partiti di governo e di sistema sono incapaci di affrontare la crisi. La sinistra deve portare dappertutto una buona boccata d'ossigeno.

 

il manifesto 2.12.2012

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