120926mafiadi Giovanni Russo Spena
Credo di poter offrire uno squarcio di memoria documentale e di indagine giurisdizionale sulla cosiddetta trattativa Stato/mafia. Parlo di un processo che costituisce l'occasione di una ricostruzione addirittura antropologica della formazione di gruppi dominanti e del comando politico/mafioso. Fu Gramsci ad individuare la categoria di "sovversivismo" degli italici ceti dirigenti. Non a caso l'attuale blocco di potere sta facendo di tutto perchè il processo di Palermo si areni, mistificandolo come ossessione personale "populista" e protagonistica del dott. Ingroia e qualche altro magistrato. Anche molti giornali del centrosinistra si adoperano strenuamente per l'insabbiamento. Non si vuole che si scopra (anche giudiziariamente) che la mafia ha partecipato alle politiche dell'alternanza della Seconda Repubblica,dalla trattativa con Dell'Utri e il "riciclaggio"milanese del denaro di mafia alle trattative con settori del centrosinistra per chiudere la fase stragista della mafia corleonese e tornare alla "normalità" degli equilibri quotidiani tra finanza, amministrazione, politica.

E' questa,ci ricordava Pio La Torre, la vera mafia,non essendo essa solo un gruppo di assassini con la coppola, ma la "modernità" della "borghesia mafiosa", delle imprese, delle banche, delle professioni.Ci troviamo di fronte ad un tentativo, che trova alimento in Palazzi molto altolocati, di"insabbiamento" del processo di Palermo, proprio perchè non si vuole che venga finalmente scritta la storia degli ultimi trenta anni di un segmento rilevante dei ceti politici dominanti. Ritengo incredibile e preoccupante che il governo Monti non abbia ancora deciso di costituirsi come parte civile nel processo di Palermo. Vengono isolati i magistrati inquirenti e il governo dimostra un ipocrita distacco. In questa fase cosi delicata Giovanni Impastato, Umberto Santino ed io abbiamo deciso di dare il nostro doveroso contributo pubblicando la terza edizione del libro che abbiamo scritto per dimostrare l'uccisione di Peppino Impastato per mano di mafia ("Anatomia di un depistaggio", Editori Riuniti University Press). Abbiamo pubblicato, oltre ad aggiornate analisi sull'attuale accumulazione economica delle mafie,veri e propri processi di valorizzazione del capitale globalizzato, l'interrogatorio da me condotto in Commissione Antimafia al generale dei Carabinieri Subranni, che indichiamo, insieme ad una parte della magistratura, come principale "depistatore" della verità sull'uccisione di Peppinp Impastato. Furono nascoste prove evidenti dell'assassinio per dimostrare il falso, cioè che Impastato fosse un terrorista ucciso dalla propria bomba.Era il maggio del 1978.Oggi ritroviamo il generale Subranni come uno dei tre alti militari sotto processo a Palermo.Avevamo ragione,quindi.Subranni iniziò a depistare nel 1978 e ha continuato per decenni. Bersellino lo considerava(lo ha affermato la moglie) una spia infiltrata dalla mafia tra i Carabinieri. Abbiamo voluto intitolare il nostro libro "Anatomia di un depistaggio", perchè il depistaggio da parte di segmenti dello Stato  che occultano la verità è un vero e proprio paradigma fondativo dello stragismo italiano, da Portella della Ginestra a Piazza Fontana all'Italicus, a Brescia sino ad oggi. I comunisti, gli anticapitalisti, i critici del sistema devono essere impegnati a fondo per connettere lotte sociali e lotte democratiche,tanto più in un paese in cui la coscienza democratica è sfibrata da decenni di berlusconismo,di razzismo leghista e fascista, di devastazione culturale prodotta dalle stesse sinistre liberali e liberiste.

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