121005airaudodi Luca Telese
«In fondo è semplice: nel prossimo Parlamento dobbiamo riportare il lavoro e i diritti». Dai giorni della festa di Vasto, l’idea del cosiddetto «Partito della Fiom», che tanti commentatori aveva fatto indispettire, è ormai diventata una realtà. Dirigenti di primo piano del centrosinistra - da Tonino Di Pietro, a Paolo Ferrero, a Oliviero Diliberto - invocano il nome di Maurizio Landini come un uomo della provvidenza. Il leader dell’Idv ha inventato la locuzione «Italia dei lavori» per indicare che il suo partito cerca un rapporto strutturale con gli uomini del sindacato più antico d’Italia. Tutti chiedono a Landini di candidarsi. In questa intervista il numero due della Fiom Giorgio Airaudo abbandona le ultime riserve.

Non si chiede più «Se». Spiega piuttosto «Come», «Perché », e a quali condizioni il suo sindacato vuole partecipare alle politiche.
Airaudo, ha visto che tutti vi vogliono in campo, a sinistra?
Chiarisco per l’ennesima volta una cosa: la Fiom era e resta un sindacato che fa il suo mestiere: non chiudiamo sedi e battenti, però...
Ecco, però cosa?
Però è ormai chiaro che dobbiamo portare le battaglie del lavoro dentro lacampagna elettorale. Bisogna organizzare una coalizione del lavoro che possa esprimersi nelle prossime elezioni.
Meno male che la Fiom non fa politica!
Non la Fiom. Stiamo parlando di una presenza di uomini e donne che vengono dal sindacato, e che abbandonano i loro ruoli nel sindacato se e quando si candidano...
Quindi vediamo se ho capito: chi si candida esce dalla Fiom, ma i vostri uomini portano le idee della Fiom nel dibattito delle politiche... E’ una bomba atomica!
Solo se qualcuno ha strane idee su di noi, se ci immagina come dei cosacchi.
Insomma, la notizia c’è tutta. Ma scusa, quando si è candidato, dimettendosi, Giorgio Benvenuto, qualcuno si è stupito? Quando Franco Marini è diventato prima leader del Ppi, e poi parlamentare e presidente del Senato, qualcuno si è indignato? Ci sono state rimostranze per Carniti nei Cristiano sociali prima e nel Pd poi? Per Pizzinato nel Pds? Per Cofferati sindaco? Per D’Antoni prima con Andreotti e poi, pure lui, nel Pd?
Beh, a fare l’avvocato del diavolo, questi erano percorsi personali...
Meglio per noi, quindi! Noi non stiamo parlando di carriere personali, ma di una comunità che si propone di riportare in Parlamento i temi cruciali del lavoro e dei diritti. Sarebbero grave se non fossero candidati perché sostengono queste idee.
Quali idee, per esempio?
Quella che la riforma previdenziale della Fornero ha creato ingiustizie e sperequalizioni inaccettabili, per esempio. Quella che bisogna tutelare i lavoratori giovani e precari, che spesso vengono messi in contrapposizione ai cosiddetti garantiti....
Quindi nessun imbarazzo quando arriveranno le reazioni?
Quale sarebbe la loro colpa? Nel tempo in cui nelle assemblee elettive impazzano i Batman, le Catwoman, i Superman, le veline che sfilano smutandate (ma con l’indennità!) e le festeggiatrici del letame, sarebbe assai curioso che dei lavoratori fossero considerati come bestie rare, o peggio ancora dei panda, come è successo - senza colpe sue - al sopravvissuto della Thyssen, Boccuzzi.
Vorrei che lei mi facesse esempi e nomi.
Quanti ne vuole: penso a lavoratori-simbolo come Lamorte, Barozzino e Pignatelli, i tre licenziati di Melfi che non sono mai stati riammessi in azienda, malgrado le sentenze. Sono la prova che i diritti non sono uguali per tutti in questo paese...
Oppure?
Penso a uno degli operai di Termini Imerese, che potrebbe seguire la più grave dismissione italiana senza dover rincorrere i parlamentari.... Credo che serva una deputato dell’Ilva. Ma anche dei buoni giuristi...
Mi dica un altro profilo...
Una delle donne-coraggio di Pomigliano, rimaste senza stipendio con i figli a carico. Magari servirebbe uno della Bertone, che se ci fosse davvero la concorrenza di cui i tecnici parlano starebbe ancora lavorando per la Bmw, come 3 anni fa, senza essere cassintegrato Fiat. Volete auto-rappresentarvi?
Visto che in Parlamento nessuno rappresenta più il lavoro che ci sarebbe di male? Io spero che nelle primarie irrompano i temi del lavoro e della necessità di salvare l’industria in questo paese.
Ma chi tifate, Bersani?
Dice Di Pietro a Pubblico che ci sono tanti Bersani: io ne vedo due. Il primo dice che vanno corrette le leggi della Fornero, il secondo le ha votate. Il primo va bene, il secondo no. E Renzi?
Renzi vedo che si arrabbia molto sulle regole del Pd dicendo che lo danneggiano. Quando Marchionne ha violato le regole del diritto contro gli operai, non lo abbiamo visto scendere incampo per difenderle. Si deve essere spaesato. Stava dalla parte sbagliata.
Allora confessa, farai campagna per Vendola. Aspetto di vedere anche lui che dice su questi temi. Non firmiamo cambiali a nessuno. Potreste candidare anche uno dei vostri? ( Ride) E perché no? A noi interessano i contenuti e le scelte, mica le carriere. Ma Landini potrebbe candidarsi, come chiedono molti?
Io credo che lui, in potenza, sia il Lula italiano. Capisco che oggi, dato il suo ruolo, si ponga il problema di tutelare l’autonomia della Fiom, ma in campo ci starebbe molto bene.... Oddìo....
Voi vi appassionate alle figurine: ma quello di cui parlo non è un problema di carriere private: è il modo che dobbiamo trovare per difendere una storia collettiva. nel tempo in cui tutti i poteri forti si difendono, e la società civile è abbandonata e sotto assedio.

Pubblico giornale - 05.10.12

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