di Franco Frediani
L'Assemblea nazionale del PD modifica lo statuto e tutti vissero felici e contenti. Ma è proprio così? In realtà era la sola maniera che i Bersaniani potevano avere per non rischiare di perdere la corsa prima di staccarsi dai blocchi di partenza. Chi sottovaluta la scaltrezza rampante del sindaco di Firenze, al secolo Matteo Renzi, dovrebbe ricredersi ampiamente. Sa quel che vuole e dove può arrivare. Ha persino disertato l'Assemblea che lo vedeva diretto interessato, fregandosene di tutto e di tutti!
Non c'è bisogno di scomodare esempi di gloriosi partiti del passato per sottolineare la scorrettezza di un gesto che la dice lunga sul carattere di questo ibrido politico, che ancora non è dato sapere dove realmente possa essere politicamente collocato.
Resta comunque il dato di fatto, che il vero competitor per la vittoria finale di queste primarie, limate e ridisegnate ad hoc, è proprio Lui, il "rottamatore" per eccellenza. Sicuramente sono le primarie delle contraddizioni, e lo dimostra lo stesso testo licenziato dall'Assemblea dello stesso Partito Democratico. E' toccato al vicesegretario Enrico Letta presentare il testo approvato all'unanimità. Se l'individuazione delle regole di queste primarie, al di fuori dell'essere più o meno d'accordo, può essere facilmente traducibile, alquanto dubbiosa e discutibile si rivela la formula che Letta licenzia accompagnandola ufficialmente con la lettura del seguente testo:
"l'Assemblea da' mandato al segretario nazionale del Pd a definire, d'intesa con gli alleati, il manifesto politico e programmatico dell'Alleanza dei democratici e dei progressisti e "a definire le regole delle primarie per l'individuazione del candidato comune alle elezioni politiche del 2013..".
Si deve intendere, dunque, che il vincitore delle primarie resterà (o potrà essere tale) solo se in accordo con quello che sarà il manifesto politico e programmatico che neppure sappiamo quando e da chi verrà discusso? Si pensa forse di scegliere prima il pilota e poi di presentargli il mezzo che dovrà guidare?
Ahimé, questi interrogativi non sono di poco conto. Non riusciamo davvero a comprendere per esempio, come Nichi Vendola, sicuramente il candidato che più di tutti gli altri "pretendenti al titolo" rappresenta la sinistra, possa accettare che in questo manifesto sia mantenuto un provvedimento legislativo come il fiscal compact! Per non parlare dell'articolo 18 per il quale la stessa SEL, con l'IDV e la Federazione della Sinistra, risulta tra le prime Forze politiche che hanno costituito il comitato promotore che punta alla raccolta delle firme per il Referendum abrogativo.. Non siamo interessati a mettere in risalto le contraddizioni di Vendola, quanto semmai a sottolineare la più che probabile trappola che il PD sta tentando di metter su, al fine di blindare l'esito di una consultazione all'interno del centrosinistra che è palesemente falsata da regole costruite ad arte. Bersani parla di "carattere aperto" di queste primarie, quando sa bene anche lui, che altro non sono se non il tentativo di costruire una coalizione che proseguirà nel solco della politica montiana, allontanadosi sempre di più dalle rivendicazioni che legittimamente solleva da tempo la sinistra alternativa.
Piero Fassino parla di "regole che servono per la certezza del risultato e anche perche' non possiamo sbagliare in un momento di crisi della politica in cui e' in gioco la democrazia italiana...". Si è forse posto, l'ex segretario dei DS ed oggi Sindaco di Torino, quanto questa democrazia sia stata già messa in discussione proprio da quei provvedimenti antipopolari che finora hanno solo teso a colpire le categorie sociali più deboli, i lavoratori dipendenti e quant'altro? Stampa e media parlano di queste primarie forse più di quanto non viene fatto per altri noti avvenimenti che stanno tenendo il modo con il fiato sospeso. Si continua a giuocare sui nomi, sulle alleanze, sulle banalità, senza fare il minimo accenno a quei punti esiziali, fondamentali, che rappresentano il vero spartiacque tra il liberismo di stampo montiano e la proposta opposta che la sinistra italiana sta cercando di costruire. Ricordiamo, qualora ce ne fosse bisogno, che non c'è un settore della vita sociale e lavorativa del paese, che non abbia fino ad oggi protestato e mostrato segni di disagio diffuso! Quali dunque possono ancora essere, le ragioni per sostenere un governo liberista che altro non ha fatto se non imporre con la forza provvedimenti insulsi e dannosi?! Le forze dell'ordine corrono da una parte all'altra del paese per frenare, a suon di azioni repressive, la rabbia e la protesta che sta dilagando... La sinistra che ha veramente a cuore l'interesse del Cittadino non può sentirsi né mostrarsi nemica del PD, ma non le sia almeno negato il diritto di sottolineare i troppi passaggi ambigui che ogni giorno, questo camaleontico partito riesce a partorire.