121011marchionnedi Franco Frediani
Si rasenta il grottesco. Mentre l'Italia arranca, con le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine della terza settimana del mese, i "privilegiati" continuano a dominare la scena. Persone avide, che inseguono il potere, che farebbero di tutto pur di "arrivare alla meta", se non l'hanno già raggiunta. L'esempio più eclatante l'abbiamo avuto con Berlusconi, che ogni giorno riusciva a convogliare su di sé l'attenzione dei media, a riempire le cronache dei quotidiani vendendo in maniera magistrale il suo pur avariato prodotto. Non vogliamo ripetere l'errore ancora una volta, e per non farlo sarà bene motivare ogni volta le ragioni dell'argomentare su quelli che stanno diventando i "soliti noti". I nomi dicono già molto, Sergio Marchionne e Matteo Renzi. Due personaggi che probabilmente sarebbero riusciti a risultare antipatici persino a Suor Maria Teresa di Calcutta.
Si da però il caso che, i due personaggi in questione, non siano avulsi da questioni assai più importanti di una sterile quanto apparente polemica.

Sottolineiamo ancora una volta l'importanza di non sottovalutare la furbizia del sindaco di Firenze, che è lanciato nella sua corsa vero il podio di queste primarie indette dal PD. Deve e vuole far breccia, e non esita a tirar fuori la sciabola pur di attirare l'attenzione. Fortunatamente ha bisogno talvolta, di tirar fuori argomenti anche validi, così come nell'occasione del video forum di Repubblica TV di ieri (mercoledì 10 ottobre, ndr.).   Rispondendo alle domande dell'intervistatore sul suo presunto cambiamento di opinione nei confronti del ricco Amministratore delegato della Fiat, l'ormai celebre “rottamatore” affondava i suoi colpi: "Non ho cambiato idea io, è Marchionne che non solo ha cambiato idea, ma ha tradito. Qualsiasi risultato abbia ottenuto e otterrà, avrà questa macchia di aver preso in giro lavoratori e politici dicendo una cosa che non avrebbe fatto". Come ricorda persino Carla Fracci, venuta a conoscenza del diverbio poi scaturito da queste affermazioni, anche i ricchi in realtà possono essere poveri! La povertà di Marchionne si rende così visibile nella sua arrogante replica che ha finito per colpire nel mucchio, investendo l'intera città di Firenze: "Renzi pensa di essere come Obama ma ha ancora molta strada da fare", una "brutta copia" che per di più è solo il "sindaco di una città piccola e povera".  In realtà Firenze con Marchionne ha poco a che vedere. La bellezza della città toscana, la sua ricchezza artistica e culturale non può certamente esser messa in discussione da questo assurdo quanto deplorevole episodio condito da parole taglienti. Le risposte non sono ovviamente mancate, ma la sottolineatura doverosa è ben altra, e ci consegna una realtà dove ha trovato spazio il linguaggio arrogante che una volta usavano i “padroni”, e che purtroppo torna a rinverdire una cultura che si pensava ormai morta e sepolta. La spia rossa si è accesa da tempo, gli atteggiamenti sprezzanti e autoritari sono di nuovo all'ordine del giorno.

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