di Francesco Ruggeri
Fumate che oscurano i cieli, si respira sempre peggio, crescono i tumori e le malattie cardiovascolari, ci sono danni ai campi, alla pesca e al turismo in barba a ogni legge ambientale. Il carbone è questo e solo una multinazionale senza scrupoli può chiamarlo pulito incurante del mix di arsenico, cromo, cadmio, mercurio e polveri sottili o dell'anidride solforosa che si mescola col vapore acqueo e ritorna sottoforma di piogge acide.
Anche Gualdo Cattaneo (Perugia) si aggiunge ad Adria, Saline Joniche, La Spezia, Vado Ligure, Civitavecchia e Brindisi come location della giornata nazionale contro l'uso del carbone, che inquina, uccide il clima e ricatta i lavoratori. Domani, 29 ottobre, l'appuntamento centrale sarà ad Adria, nel Polesine, dov'è in ballo la riconversione della centrale di Porto Tolle, nel cuore del parco del Delta, 2000 megawatt senza senso al centro di un braccio di ferro giudiziario decennale e su cui il governo ha varato, nella manovra di luglio, una norma ad hoc per derogare a ogni vincolo. «La centrale è spenta dal 2002 - dice a Liberazione Lorenzo Feltrin, segretario provinciale di Rifondazione - l'unico dei quattro gruppi non dismesso funziona a olio combustibile solo per i picchi o le emergenze. Il carbone a Porto Tolle non ha alcun senso. Servirà a Enel forse per il mercato estero o forse per ridurre le centrali a metano, unica fonte tradizionale consentita dalla legge ma più costosa. In più vomiterà oltre 10 milioni di tonnellate l'anno di Co2, il quadruplo di quanta ne produca Milano, e succhierà milioni di metri cubi di acqua dal Po, alzerà la temperatura nella laguna, e farà aumentare il cuneo salino, la penetrazione di acqua di mare nel Delta». La riconversione è anche fuori da ogni logica energetica, dal momento che l'Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda, al punto che i produttori lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della potenzialità.
Ieri a Rovigo la presentazione ufficiale del corteo di Adria nella sede di Legambiente, lanciato in estate dalla rete che aveva vinto il referendum antinucleare e giunto a oltre novanta firme di sigle aderenti. Tra queste l'adesione ufficiale della Regione Emilia Romagna, apertamente contro la conversione a carbone della confinante centrale di Polesine Camerini. Adria sarà collegata in streaming con le altre piazze (grazie a Libera tv). Il corteo partirà alle 14 dalla stazione e sfilerà fino a Palazzo di Giustizia. Dal palco, tra gli altri, parlerà Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale Prc. «Il carbone pulito non esiste e bisognerebbe non trarre in inganno le popolazioni: anche i nuovi impianti di "ultima generazione" sono concepiti come "grandi opere" di taglia smisurata, immettono in atmosfera grandi emissioni anche a causa delle notevoli dimensioni», spiega Rosa Rinaldi, responsabile Beni comuni per la segreteria nazionale del Prc. Sarà lei, domani, nella delegazione di Rifondazione al corteo.
Si protesterà a Rossano Calabro e Civitavecchia (che ha una centrale identica), a Porto Torres dove sono in ballo nuovi gruppi e a Saline Joniche contro il progetto di interi impianti. «E saremo in presidio anche a Vado Ligure, dove la magistratura indaga sulle morti causate dal carbone mentre pende la minaccia di un terzo gruppo che andrebbe ad aggiungersi ai due della centrale in funzione dagli anni 60 - spiega Marco Ravera, segretario savonese Prc - il centrodestra ha aperto alle richieste di Tirreno Power (De Benedetti) e, a sorpresa, anche la Regione e questo spiegherebbe la mancata conferma del nostro Zunino dall'assessorato all'Ambiente. Lui aveva bloccato il carbone con una delibera che ora vorrebbero utilizzare i no coke di Porto Tolle».
Forte l'appello dei promotori a chi subisce il ricatto occupazionale «per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute». Enel, come Tirreno Power a Savona, da anni sponsorizza concerti fiere ed eventi sportivi. Continua Feltrin: «Enel ha dalla sua comune, Regione e i tre sindacati ma anche il fronte del lavoro si sta incrinando: la Fiom e i sindacati di base parteciperanno al corteo». Come sa bene Confindustria, però, a regime, i posti di lavoro sono sempre maggiori in caso di investimenti in altre fonti, mentre nella fase di costruzione, solo investimenti a biomasse sono inferiori al carbone (ma sono quasi 15 volte superiori i posti stabili, vedi Liberazione dell'altroieri).
Porto Tolle, dopo il plebiscito antinucleare, è un laboratorio nazionale per cominciare ad immaginare l'alternativa energetica.
da Liberazione 28 Ottobre