di Luca Sappino
La trasparenza, alle volte - è il paradosso del giorno - genera confusione. E finisce che Luigi De Magistris, sindaco di Napoli e contesissimo nome da spendere per le politiche del 2013, deve smentire il suo appoggio a Nichi Vendola. D’altron - de l’aveva detto: «Le primarie non mi interessano. Sono uno spettatore: osservo attento ma non partecipo, non voto né mi candido». Però, ieri mattina, quando sul sito di Nichi Vendola era comparso il suo nome nella lista dei sottoscrittori, vicino alla sontuosa donazione di 500 euro, tutti hanno detto: «Si è ricreduto», o peggio, «Ci ha ingannati, partecipa eccome».
Invece niente: trattasi di un caso di omonimia, assicura il sindaco. E ci fa l’immancabile status su facebook e un tweet: «La notizia di un mio contributo alla campagna delle primarie a sostegno di Nichi Vendola è falsa. Stop!». Per chiudere la premessa sullo scambio di persona e sulle liste dei sostenitori, potremmo solo notare che - forse a seguito di un post di Claudio Cerasa, del Foglio -anche sul sito di Bersani è comparso (prima l’unico sfornito, in compagnia di Laura Puppato) un breve elenco. Ad oggi, il segretario del Pd avrebbe raccolto poco più di 2200 euro, in donazioni da massimo 100 euro. Meno dunque di Vendola. Che però conta su un tal Luigi De Magistris, come detto, molto generoso. Comunque, che il De Magistris che fa il sindaco a Napoli e che non vota, non si candida e neanche finanzia, guardi con molta attenzione al risultato di Vendola, nessuno potrà negarlo. De Magistris e la sua lista arancione, infatti, stanno tenendo i piedi in due staffe. Anzi, in due coalizioni. Se quella di Pd, Sel e Psi dovesse uscire dalle primarie con un grado accettabile di compatibilità, cioè se si dovesse configurare una coalizione idonea all’alto tasso di «alternativa al montismo» del sindaco di Napoli e dei suoi, quella sarà la casa più naturale. Lui non si candida, certo. Ma una lista ci sarà, con qualche nome della Fiom, alcuni amministratori locali (pare, in realtà, che siano quasi tutti di Napoli o dintorni e che questi siano giorni di convulsa ricerca) e qualche reduce dell’Idv. Anche lo stesso Di Pietro, si può supporre, ora che l’ipotesi di un’alleanza tra l’ex Pm e Beppe Grillo è stata smentita dal “capo politico” del Movimento 5 stelle in persona. La condizione, però, «è che non abbia le chiavi di casa», scherzano ancora dallo staff del sindaco. Prima ipotesi, dunque, lista arancione (un nome in pole: “Cambio”) in coalizione col Pd, nel tentativo di spostare il tutto a sinistra. Magari anche con Vendola,
che dovrebbe però rinunciare al simbolo, e convincere i più ansiosi dei suoi a rischiare, dicedo addio al posto sicuro assicurato invece dall ’eventuale listone. In quel caso, non c’è soglia di sbarramento di cui preoccuparsi. Più difficile sarebbe la seconda via: il polo alternativo. Per stare sicuro, però, e per mantenere in contatto i due mondi, De Magistris ha firmato l’appello di Alba (lanciato lunedì da Luciano Gallino, Marco Revelli), fortemente critico con il Pd e con l’europa dell’austerità. Scrive il sindaco: «Riconosco, come scritto nell ’appello, l’importanza di centrare l’obiettivo di presentare alle elezioni del 2013 una lista di cittadinanza, radicalmente democratica,
alternativa al governo Monti, alle sue politiche liberiste e alle forze che lo sostengono». Quindi anche al Pd. O almeno, a questo Pd, perché - abbiamo detto - cosa sarà il Pd lo decideranno le primarie. I professori di Alba non condividono questa speranza. Il rapporto con De Magistris è tale, però, che potrebbero anche lasciarsi convincere. Altrimenti potrebbero loro convincere Vendola.
Lui, in fondo, lo ha detto più volte: «Se vince Renzi, salta tutto».
Pubblico - 07.11.12