121108grillodi Federico Mello
Anche Grillo è cosciente, sa che a Bologna si sta giocando tutto: «Se il movimento si salva, si salva grazie a Bugani e Piazza», va ripetendo il capo dei 5Stelle al suo staff. Massimiliano Bugani e Marco Piazza, fino ad oggi misconosciuti consiglieri comunali, sono nell’occhio del ciclone dopo la plateale presa di posizione contro la collega Federica Salsi. Quello emiliano è ormai un caso di scuola: la “nuova politica”, almeno a Palazzo D’Accursio, ogni giorno che passa ricorda la “v e cchia politica”, quella dei “morti ”, degli “zombi ”, degli “psiconani ” dell ’odiata “partitocrazia ”.

I grillini bolognesi, almeno duecento attivisti, sono spaccati. Volano gli stracci e con questi, le accuse. Si parla apertamente di truppe cammellate, carrierismo rampante, menzogne e aspettative tradite. E c’è una data puntata in rosso. Non solo sui forum del movimento e sull’agenda di Grillo& Casaleggio, ma soprattutto sui taccuini degli inviati dei giornali nazionali e sul calendario delle troupe televisive. È il prossimo 14 novembre, mercoledì. Dopo i due V-day, è atteso il DDay, il giorno del giudizio dopo il quale, in un modo o in un altro, niente sarà più come prima. Le due fazioni che si contrappongono, così come nella Dc dove si scontravano dorotei e morotei, vede da una parte il gruppo che fa riferimento a Giovanni Favia - e che ora ha ingrossato le sue fila con la “scomunicata ” F ederica Salsi. È la fazione “e r e tica”, di quelli entrati apertamente in rotta di collisione con Grillo, accusati di “smanie di potere” dai loro avversari e con solidi agganci in tutta l’Emilia Romagna (dalla Ferrara di Tavolazzi, a Ravenna e Rimini che cominciano a dare segni di nervosismo sempre maggiori). Dall’altra parte ci sono gli ortodossi, con Marco Piazza ma soprattutto, con Massimo Bugani. Difendono a spada tratta il comico, le regole del movimento, giustificano la mancanza di democrazia («serve a tenere alla larga gli opportunisti»), Gianroberto Casaleggio («Una persona dolcissima»), le accuse alla Salsi («Si muoveva in autonomia ») e stanno facendo di tutto per annullare l’assemblea del 14. Quella della resa dei conti, appunto. Il movimento della democrazia diretta non ha regole precise per deliberare. Ognuno si auto-organizza. «Decidono i cittadini», è il mantra. Finora, ognuno ha fatto un po’ come ha voluto. Ma Bugani adesso si è convinto che «non c’è il clima giusto» per chiedere, dopo sei mesi, conferma del mandato agli attivisti. L’appuntamento era stato fissato oltre un mese fa, ancora prima del boom siciliano, quando niente lasciava presagire che si sarebbe arrivati da lì a breve alla lotta fratricida. Chi voterà? Chi potrà dire la sua? Tutti. Ovvero chiunque quel giorno si presenterà dichiarandosi un militante grillino.
Bugani teme l’agguato, “truppe cammellate ” guidate da Favia disposte a tutto pur di portare a casa il suo scalpo. «Passerebbe così un’immagine terribile a livello nazionale: hanno vinto
quelli che ritengono il Cinque Stelle come Scientology» il suo terrore. Meglio non farla questa assemblea, l’hanno chiarito anche Grillo e Casaleggio dalle pagine del blog: «Non è obbligatorio che gli eletti rimettano il mandato ogni sei mesi nelle mani degli attivisti». Una decisione “ad personam” hanno pensato molti (ma Bugani smentisce: «Ho sentito Casaleggio e mi ha assicurato che non aveva manco pensato al nostro caso scrivendo quella nota»). Eppure queste giustificazioni a Federica Salsi non bastano. Lei, che in Comune non si fa più vedere - assediata dalle telecamere appostate davanti all’azienda del marito, persino sotto casa - non si tirerà mai indietro.
E così Favia che già sente l’odore del sangue e della vendetta. Quindi, assemblea sia: urla, accuse, militanti sguinzagliati che filmano, parlano e denunciano. Forse fischi, forse minacce. Un incubo. Sul quale anche Grillo potrebbe giocarsi la faccia. «Se il movimento si salva, si salva grazie a Bugani e Piazza». È la democrazia, bellezza. Sempre che non arrivi un comunicato via blog a dire il contrario.

Pubblico - 08.11.12

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