di Marco Berlinguer
«Questa non è solo una crisi economica. Le elites europee stanno utilizzando la crisi per cambiare il modello sociale. E in gioco c’è la stessa democrazia».
A parlare non è un pericoloso estremista. Ma Felipe Van Keirsbilck: segretario del sindacato dei colletti bianchi in Belgio. È venuto a Firenze per promuovere una della proposte piú ambiziose che si discutono in questi giorni alla Fortezza da Basso. Si chiama Alter Summit ed è un percorso di unificazione tra movimenti e sindacati a livello europeo, che dovrebbe culminare a fine maggio del prossimo anno in un grande evento da tenersi in Grecia. Felipe è animato e cerca di trasmettere un forte senso di allarme e urgenza.
«Bce e Commissione intervengono a dettare politiche e persino programmi elettorali. Contraddicono referendum popolari, come in Italia, o ne impediscono lo svolgimento come in Grecia. Queste politiche stanno distruggendo la gente e i paesi. I suicidi in Europa sono aumentati del 20%. In Grecia sono raddoppiati. Piú la gente perde diritti, piú cresce la disperazione, e piú cresce l’estrema destra: l’ag - gressivitá verso immigrati, poveri, disoccupati. Peggio ancora queste politiche non riducono i deficit pubblici. Li peggiorano». Felipe rappresenta una delle reti piú importanti che sono nate dall ’esperienza dei Social Forum in Europa. Unisce quasi 100 organizzazioni: e tra queste ci sono molti sindacati, incluse due federazioni europee (trasporti e servizi pubblici) e un appoggio discreto e cauto della stessa Confederazione europea dei sindacati.
«Abbiamo iniziato dopo l’espe - rienza dei Social Forum. Sindacati, Ong, movimenti si erano trovati a condividere quegli spazi. Quel processo aveva dato dei frutti. Ma eravavamo anche insoddisfatti. Il problema che volevamo affrontare era come prendere decisioni efficaci avendo culture organizzative così diverse; e soprattutto come unire gli sforzi per cambiare i rapporti di forza a livello europeo. Abbiamo pensato così di creare una iniziativa – la chiamammo Joint Social Conference - per inventare meccanismi capaci di creare fiducia e imparare a lavorare e prendere decisioni insieme a livello europeo: sindacati e movimenti sociali. La gravitá della crisi ci obbliga peró ad accelerare » .
Quindi?
Abbiamo chiesto a sindacati e movimenti greci di prepararsi ad ospitare questo evento. E abbiamo cominciato un percorso. Firenze è per noi la prima tappa. Qui inizieremo a definire gli obiettivi su cui convergere. Svilupperemo un percorso fatto di diversi appuntamenti, nel corso dei quali contiamo di allargare il processo di mobilitazione e convergenza e di stabilire rapporti e alleanze con altri movimenti». Quali potrebbero essere i contenuti su cui chiamerete a convergere? «È ancora presto per dirlo. Ma ci sono quattro o cinque questioni su cui stiamo lavorando da tempo come rete e su cui è possibile trovare ampie convergenze. Una rinegoziazione europea del debito: una moratoria o una parziale cancellazione. Uno stop alle politiche di austeritá e di taglio ai diritti sociali. Il finanziamento diretto da parte della
Banca centrale del debito pubblico. Un sistema di controllo sociale sulle banche».
Pubblico - 09.11.12