di Giorgio Faunieri
Mentre il mondo reale sta ancora facendo i conti con gli effetti di una crisi nata nelle sale operative della finanza, i banchieri di Wall Street tornano a incassare bonus in crescita. Secondo i calcoli della Johnson Associates, una società di consulenza specializzata in piani retributivi, infatti, a fine 2012 la parte variabile dello stipendio di chi lavora nelle big bank americane crescerà del 10 per cento. La ricerca è stata effettuata prendendo in considerazione i dati forniti da dieci società di asset management, otto grandi banche e oltre una dozzina di istituzioni finanziarie. L’aumento delle retribuzioni segue un modesto miglioramento dell’attività bancaria. “Anche nel campo delle retribuzioni stiamo assistendo a una ripresa lenta, proprio come sta accadendo nell’economia – spiega Alan Johnson, managing director della Johnson Associates – Nel 2011 i bonus avevano subito un taglio del 30%”.
E anche negli anni precedenti si era assistito a una riduzione, anche se non così ampia come l’anno scorso. Nonostante l’aumento dei bonus di quest’anno le banche non sembrano aver abbandonato le loro politiche di austerity. Molte di loro continuano a varare piani di ristrutturazione; l’ultima in ordine di tempo è stata la svizzera Ubs che ha annunciato 10mila licenziamenti, pari al 15% del suo organico. I tagli colpiranno soprattutto la divisione dell’investment banking. E non è un caso che lo studio della Johnson Associates riveli che i banchieri d’investimento, un tempo i più pagati, non avranno alcun aumento dei bonus. Anzi probabilmente subiranno un ulteriore taglio del 10%. Andrà decisamente meglio ai trader del reddito fisso (+10-20%), che erano stati però i più penalizzati nel 2011.
Nell’asset management e nelle banche commerciali i bonus dovrebbero invece rimanere stabili. Mentre nel campo degli hedge fund e del private equity la crescita dei bonus sarà nell’ordine del 5%. I top manager, infine, dovranno “accontentarsi” di percepire la stessa cifra dell’anno scorso. Per il numero uno di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, questo significa uno stipendio da 12 milioni di dollari. “Se paragonate agli stipendi della gente comune, queste cifre sono enormi – conclude Alan Johnson – ma se confrontate con quanto percepivano i banchieri nel 2006 e nel 2007 sono molto basse; Blankfein, per esempio, nel 2007 ha percepito 68,5 miliardi”.
Nonostante la crisi del settore finanziario non sia ancora del tutto superata, le cifre in ballo restano comunque molto alte. Dall’inizio dell’anno Goldman Sachs, Morgan Stanley, JPMorgan Chase, Bank of America e Citigroup hanno accantonato 92,49 miliardi di dollari per retribuire a fine anno i propri dipendenti, una cifra in leggero calo rispetto ai 92,81 miliardi dello stesso periodo del 2011.
Il Fatto quotidiano - 13.11.12