La raccolta di firme per i referendum sul Lavoro completamente censurata dal servizio pubblico. In una lettera diffusa ieri, il comitato promotore per i referendum sull'abrogazione dell'articolo 8 della manovra Berlusconi e per le modifiche all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori lancia l'allarme. I 16 firmatari si rivolgono ai vertici Rai e tutto il mondo dell'informazione «in un momento così delicato per la vita del nostro paese, ci rivolgiamo alla vostra sensibilità democratica, affinché non sia oscurato un tema che sta coinvolgendo in una libera discussione centinaia di migliaia di persone in tutt'Italia». I referendum, sottolineano i promotori, rappresentano «un argine alla disaffezione verso la politica, offrono un'occasione di partecipazione a tanti cittadini che altrimenti troverebbero solo la strada della rabbia e della contrapposizione verso le istituzioni; sono uno dei più alti momenti della democrazia, tramite essi gli elettori possono correggere leggi che ritengano sbagliate e dannose e partecipare più compiutamente dalla vita democratica del paese, com'è avvenuto con le più recenti consultazioni referendarie».

La «vera e propria censura esercitata da tutti i Tg, senza (purtroppo) alcuna distinzione - concludono - dimostra che il bavaglio alla libera informazione non è affatto caduto con la fine dell'era Berlusconi». Serve perciò «una larga mobilitazione di tutti i cittadini, i partiti, i movimenti, e gli operatori della comunicazione».

I sedici promotori del comitato referendario: Alleva Piergiovanni, Bonelli Angelo, Di Pietro Antonio, Diliberto Oliviero, Ferrero Paolo, Fotia Carmine, Fulfaro Tommaso, Lucarelli Alberto, Mura Silvana, Parenti Benedetta, Patta Gian Paolo, Re David Francesca, Rinaldini Gianni, Romagnoli Umberto, Vendola Nichi, Zipponi Maurizio

Il Manifesto - 16.11.12

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