121122demagistrisIntervista a Luigi De Magistris di Masimiliano Di Giorgio (Reuters)
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris punta a costruire una lista civica nazionale con quelli che chiama i "non allineati" al governo del premier Mario Monti, ma aspetta di capire chi vincerà le primarie del centrosinistra per sciogliere il nodo delle alleanze.
"C'è uno spazio politico importante da riempire in un recinto ovviamente ampio che è quello che guarda al centrosinistra, ma con una forte caratterizzazione di autonomia", ha detto De Magistris oggi a Reuters nel corso di un'intervista telefonica.

Nel progetto dell'ex magistrato 45enne - che un anno e mezzo fa sconfisse i candidati del Pd e del Pdl alle elezioni di Napoli, dove oggi governa con Idv, ambientalisti ed estrema sinistra - si tratta di una lista "non solo di protesta contro il sistema, ma di proposta per governare, con persone che danno credibilità".


"LA SFIDA E' QUELLA DI GOVERNARE"
"Sarà una lista civica, aperta, di cittadini e cittadine noti magari a livello locale per le loro battaglie, autonoma dai partiti ma non in conflitto con una parte di essi. La sfida della lista è quella di governare, non semplicemente di avere un diritto di tribuna", spiega.
De Magistris, che dice di non volersi candidare al Parlamento, spiega che per il suo progetto pensa di mettere insieme: l'Italia dei Valori - il suo partito di provenienza -, "la sinistra, il mondo verde, la stessa Sel" - cioè il partito di Nichi Vendola, oggi candidato alle primarie del centrosinistra.
Nei giorni scorsi, in un'intervista a Reuters, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero ha detto di essere disponibile a una lista unitaria di sinistra, anche con De Magistris, contro la "shock economy neoliberista" del governo Monti.
Nel 2008, un cartello elettorale di cui facevano parte Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra democratica non riuscì a superare lo sbarramento del 4% e restò fuori dal Parlamento.
Oggi Rifondazione è indicata dai sondaggi tra il 2% e il 3%, i Verdi sotto al 2%, l'Idv - spaccato da una crisi sulla gestione interna e sulle alleanze che ha portato all'uscita in questi ultimi giorni di cinque parlamentari - poco sopra il 3%.

NE' MONTI-BIS NE' "AGENDA MONTI"
Il sindaco dice che la sua lista sarà "non solo No Monti, ma neanche no ad altri che pensino di fare le stesse cose: no all'agenda Monti".
I partiti che sostengono il premier - Pdl, Pd e Udc - si sono impegnati a sostenere anche dopo le elezioni i punti principali dell'azione del governo tecnico, a partire dal rigore nei conti pubblici.
Insieme con i primi cittadini di altre città, oggi De Magistris ha minacciato di dare le dimissioni il 29 novembre, se il governo non dovesse modificare la legge di Stabilità, sulla quale Monti ha incassato già una prima fiducia della Camera.
I sindaci vogliono evitare i tagli per 2,5 miliardi di euro previsti per il 2013 e chiedono maggiore autonomia finanziaria sul fronte dell'Imu.
"Quelli sono tagli non ai sindaci, ma ai servizi pubblici. Con queste politiche il governo sta strozzando i cittadini", dice De Magistris, il cui giudizio sulla politica economica di Monti - "e sulla maggioranza che lo sostiene: bisogna dirlo, visto che tra poco si vota" - è "molto negativo".
"Abbiamo atteso che dopo il 'primo tempo' del governo incentrato sul rigore arrivasse il 'secondo tempo', quello dell'equità, come ci avevano promesso: ma se possibile, questo secondo tempo è anche peggio, si fa macelleria sociale".
Il sindaco è critico anche con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Faccio fatica a vedere Bersani che nei comizi prende le distanze da Monti e insieme il suo gruppo parlamentare che però vota quelle leggi".
Poi però dice che "è importante vedere come si collocherà il candidato vincente delle primarie del centrosinistra", per decidere sulle alleanze.
Non è un caso che l'annuncio ufficiale della lista "arancione" - il colore del movimento che vede insieme, oltre a De Magistris, altri sindaci di grandi città, come Giuliano Pisapia a Milano e Marco Doria a Genova, che però si sono sfilati dall'avventura elettorale - arriverà il 12 dicembre a Roma, dopo il ballottaggio delle primarie.
Secondo molti sondaggi, al primo turno di domenica prossima il vincitore sarà Bersani, che poi si aggiudicherebbe anche il ballottaggio nella sfida contro il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

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