121106grillodi Federico Mello
La “democrazia diretta” che dovrebbe spazzare via la “vecchia politica” dura giusto qualche minuto. Il tempo di un paio di clic e il gioco è fatto. Ieri sono partite le “Parlamentarie ”, le primarie online disposte da Grillo e Casaleggio per designare i fortunati che andranno a rappresentare i 5Stelle al Parlamento della Repubblica.
Scordatevi i gazebo, scordatevi le code, le discussioni in sezione su quale candidato rappresenti al meglio la linea politica, scordatevi capannelli di militanti liberi di dire la loro. Qua le opzioni a disposizione sono poche, la trasparenza inesistente, i controlli nulli.

Gli iscritti al Movimento di Grillo, immettendo username e password nel portale a 5Stelle, hanno a disposizione da ieri (e fino a giovedì) una schermata che illustra i candidati. Si tratta di una lista di persone che hanno precedentemente caricato sul portale il proprio curriculum e, eventualmente, un video di presentazione. Gli iscritti del Lazio visualizzano solo i candidati laziali, quelli della Puglia solo i pugliesi, e così via. Può votare (si hanno a disposizione tre preferenze) solo chi è iscritto ai Cinque Stelle e ha inviato copia del documento di identità a Beppe Grillo entro il 30 settembre scorso. Poteva correre al Parlamento, invece, solo chi, già candidatosi per il movimento, non è risultato eletto in una precedente elezione regionale o amministrativa. Fin dalla mattina di ieri sono numerosi gli iscritti che denunciano di non riuscire a votare: le connessioni sono troppe e il sito non sta in piedi. Nel pomeriggio le cose vanno migliorando. Durano per tutto il giorno, invece, le critiche a Grillo e a Casaleggio. Il blogger in realtà si dice entusiasta: «Che io sappia è la prima volta al mondo che un movimento, sulla carta il secondo italiano, sceglie i suoi parlamentari on line senza alcun filtro». Un’affermazione senz’altro vera per quanto riguarda la scelta di candidati, ma che non dice tutta la verità quando affronta il discorso dei “filtri ”. Lo stesso Grillo aggiunge infatti: «Il percorso per arrivare al voto on line è stato complesso, può essere che ci siano stati degli errori, che qualcuno per i motivi più diversi non sia riuscito a candidarsi o che si sia candidato senza averne i requisiti, in questo ultimo caso vi prego di segnalarlo». E sono quasi la maggioranza in Rete i militanti che dicono di avere i requisiti ma non di risultare abilitati al voto. Altrettanti coloro che segnalano di aver mandato la candidatura, ma di non risultare ora tra i votabili.
Eppure il vero vulnus è quello della trasparenza. Quanti sono coloro che possono votare? Nessuno lo sa. Un elettore come può verificare che il proprio voto sia andato a buon fine? Mistero. Come sono suddivisi gli iscritti per le singole regioni? Grillo e Casaleggio non lo dicono. Quello che più manca, denunciano i commenti a beppegrillo.it - unico canale di “interlocuzione ”con il capo politico - è un sistema di verifica palese dei voti espressi. Per ora sono queste le criticità principali. Ma la vera prova del nove arriverà con la proclamazione dei candidati appena saranno terminate queste primarie online. Se il numero dei voti espressi sarà reso pubblico, se verrà comunicata sul blog la “base ” elettorale che ha scelto il candidati, molti quesiti troveranno risposta. Rimarranno sul piatto, invece, tutti i dubbi su elezioni che non prevedono rappresentanti di lista, scrutatori indipendenti, modalità ufficiali per fare ricorso. “Cascami della vecchia partitocrazia”li bollerebbe Grillo. Ma la democrazia, in Italia come in qualsiasi tormentato paese africano, si basa proprio su regole chiare, circoscritte e condivise da tutti. La Rete, intanto, si è popolata dai video dei candidati che ci stanno provando. Persone comuni, qualcuna particolarmente estrosa qualcuna con le idee ancora confuse (il blogger Fabio Chiusi ha anche aperto un sito che raccoglie tutti i video, http://candidaticinquestelle. tumblr.com). I candidati appaiono in gran parte persone per bene convinte di sfruttare al massimo l’opportunità di una vita: entrare nella stanza dei bottoni e dare filo da torcere agli odiati politici. Chi verrà eletto, però, ha già delegato in toto a Grillo e Casaleggio la gestione dei fondi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato (secondo gli attuali sondaggi, oltre 10 milioni di euro). Se “uno vale uno”di certo ci sono due che valgono più degli altri.

Pubblico - 04.12.12

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