landinidi David Marceddu
L’aria che si respira come in tutte le occupazioni che si rispettino è quella da vigilia della presa del palazzo d’Inverno. Trepidazione, attesa, attenzione per il leader degli operai che parla. Nella storica sala Nobile del liceo classico Minghetti, uno dei più importanti di Bologna, centinaia di ragazzi stanno a sentire le parole di Maurizio Landini. Il segretario della Fiom, prima di prendere un treno per tornare a Roma dopo una visita in città, proprio non vuole mancare a un incontro chiesto dai ragazzi e che, stando alle parole di Bruno Papignani dell Fiom locale, non era proprio ben visto della dirigenza del blasonato liceo bolognese.

L’occasione è la preparazione della giornata del 6 dicembre 2013, quando per lo sciopero generale indetto dalla Fiom, più di seimila tute blu scenderanno sui viali della città e sotto le Torri e a loro si uniranno gli studenti delle superiori e gli universitari. “Il 6 dicembre saremo in corteo insieme. È una battaglia comune la nostra. Oggi ci sono lavoratori dipendenti che fanno fatica a fare studiare i propri figli”, esordisce il segretario delle tute blu di fronte agli studenti. Poi cerca collega subito la propria causa a quella dei circa 150 ragazzi rimasti lì per sentirlo. “Nelle scuole e nelle università italiane dovrebbero insegnare non come si taglia il personale, ma come si fanno dei buoni prodotti”.
Landini risponde ad altre domande. A un ragazzo che gli chiedeva se non fosse il caso di fare scioperi di più giorni, per dare più visibilità agli operai, Landini risponde: “Lo sciopero ha un costo, l’importante è comunque resistere un minuto in più rispetto alla nostra controparte”. Poi a un ragazzo che gli chiedeva cosa pensasse di una nazionalizzazione dell’Ilva, il segretario replica: “Servono soldi per risanarla. E per farlo potrebbe in effetti servirebbe l’intervento dello stato”.
Durante il dibattito il segretario delle tute blu evoca anche eventi storici che hanno molto da insegnare di fronte ai tempi che stiamo vivendo: “Ricordiamoci della repubblica di Weimar, in Europa e in Italia quando c’è disoccupazione c’è sempre il rischio di svolte autoritarie”.
Infine a margine dell’incontro, Landini ribatte anche indirettamente al preside del liceo Minghetti che aveva criticato la scelta del sindacato di partecipare a una occupazione: “La democrazia e la partecipazione è un bene che dovrebbero insegnare anche a scuola, aiuta tutti”.
Intanto tutto è pronto lo sciopero generale a Bologna. Sono 120 i pullman, provenienti da tutta l’Emilia Romagna, attesi a Bologna per lo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici. Il corteo delle tute blu partirà alle 9 da piazza di Porta Saragozza e sfilerà sui viali fino a porta Lame dove gli operai deporranno una corona al monumento ai partigiani. Il serpentone imboccherà poi via Lame fino a via Ugo Bassi, per procedere su via Rizzoli e confluire ai piedi delle Due Torri, in piazza Ravegnana, dove dalle 12:30 alle 13 circa parleranno sindacalisti, delegati e studenti.
In piazza, per l’occasione, torneranno anche i ragazzi delle scuole superiori che si concentreranno invece alle 9.30 in piazza San Francesco con un corteo autonomo, coordinato dalla Rete degli Studenti, ma che confluirà con i metalmeccanici in piazza Ravegnana. Infine anche gli studenti universitari faranno sentire la loro con un corteo che partirà dalla centralissima piazza Verdi alle 10.30 con la promessa di picchetti e blocchi fin dalla mattina per fermare l’università e raggiungere successivamente gli altri tronconi.

da Il Fatto quotidiano

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