di Claudio Grassi e Bruno Steri
L’impressione è quella di un buon inizio, di un’iniziativa politica destinata a crescere; la speranza è che si concretizzi nel poco tempo che ci separa dalle elezioni politiche un “effetto palla di neve”. Come già al teatro Vittoria quindici giorni fa con la prima uscita ufficiale di “Cambiare si può”, anche all’Eliseo con il lancio del Movimento Arancione va prendendo corpo l’offerta di un’opzione politico-elettorale rivolta a quanti non intendono rassegnarsi a scegliere tra centro-sinistra e Beppe Grillo, a rinunciare all’esistenza anche nel nostro Paese di una “sinistra-sinistra”.
Nel teatro, questa volta, il colore proposto è l’arancione. Un colore che, negli anni scorsi, non sempre in Europa (specie in quella dell’Est) ha dato buona prova di sé: avendo costituito l’identità cromatica di “rivoluzioni di velluto” ampiamente organizzate e finanziate da servizi e fondazioni statunitensi.
Ma qui all’Eliseo il colore si associa ad un immaginario in tutto diverso. “Toga rossa? Direi toga anarchica”, racconta con un aneddoto Luigi De Magistris, per intendere una magistratura che svolge il suo lavoro in modo indipendente, senza alcun compromesso coi “poteri forti”. Un arancione che non disdegna il rosso, come precisa il sindaco di Napoli, e che pensa che i comunisti siano da preferire alla mafia, così come Cuba al Guatemala, Paese in cui è oggi auto confinato, suo malgrado, Antonio Ingroia. A pensarci bene, non è poi così sorprendente che il tentativo di rilanciare una sinistra degna di questo nome sia intrapreso anche da un ex magistrato. Siamo in Italia non in Svezia, nel Paese che è culla di mafia, camorra e ndrangheta, un Paese che da sempre è laboratorio privilegiato della “borghesia criminale”; e dove il potere ha sperimentato la coesistenza tra uno spazio pubblico entro cui esercitare un’egemonia democratica e ambiti segreti nella cui ombra organizzare stragi di Stato. Il classico turista inglese che passasse per l’Italia non si meraviglierebbe dunque se all’impresa di risollevare le magnifiche sorti e progressive della sinistra contribuisse un ex magistrato.