di Giuliano Pennacchio
Basta attendere! Bisogna rompere gli indugi, costruire l’alternativa nel Paese a difesa dei diritti e per il lavoro; Antonio Di Luca, uno dei diciannove lavoratori di Pomigliano della FIOM-CGIL, recentemente reintegrato da una sentenza della magistratura al Gian Battista Vico, con questo esordio ha aperto l’ assemblea di Napoli di “Cambiare si può”. Tre ore di discussione, oltre duecento partecipanti, quaranta interventi tutti rigorosamente di quattro minuti al Cinema Modernissimo di Napoli, oggi 16 dicembre.
Si respira un’aria di ottimismo. Militanti della sinistra, consiglieri comunali del PRC, dell’IdV, di Napoli è Tua, ex militanti di SEL, associazioni, giovani, lavoratori, esponenti sindacali, intellettuali, espressioni del territorio, tante facce nuove; troppi per essere contenuti tutti nella sala. La sensazione è quella di essere davanti ad un evento eccezionale: la costituzione di un processo aggregativo di una comunità politica composta da diversi soggetti. Si riparte dal basso per rappresentare nel Paese l’attualità di un’altra politica e ricomporre una sinistra reale.
Antonio D’Alessandro, segretario napoletano di Rifondazione Comunista, in questo senso è molto efficace: il Quarto Polo deve diventare un laboratorio, così come lo è l’ esperienza dell’amministrazione comunale di Napoli di De Magistris.
Bisogna cercare una sintesi tra le diverse forme della politica (partiti, associazioni, comitati, ecc.), facendo tutti insieme un passo avanti e superando logiche di esclusione. L’antiliberismo e l’ opposizione all’agenda Monti rappresentano la base comune, ma, allo stesso tempo, occorre allargare l’orizzonte facendo crescere la partecipazione dei soggetti sociali, da qui alle elezioni. Sulle regole nessun veto: una testa un voto.
Dall’associazionismo ai comitati territoriali in via di costituzione, molto marcato è stato l’accento sulla vita interna della neocostituente lista del Quarto Polo. L’ Associazione Flegrea “Cambiare si può”, con l’intervento del suo rappresentate, Gennaro Ferillo, ha posto l’attenzione sull’importanza di valorizzare la differenza di genere e quella generazionale; ha rimarcato la necessità di trovare la ‘quadra’ nel rapporto tra forme strutturate della politica (i partiti) e le associazioni. Andrea Morniroli, storica figura impegnata sulle tematiche dell’immigrazione e del welfare, invece, si è detto fiducioso della ripresa di una iniziativa politica più corale, che superi i limiti del particolarismo degli ultimi anni.
Scampia e la lotta alla camorra, le questioni della sanità, quelle dei disabili, hanno dato uno spaccato reale della società cui il Quarto Polo intende riferirsi.
Alberto Lucarelli, di Alba, assessore ai Beni Comuni del Comune di Napoli, nelle conclusioni ha paragonato gli uomini e le donne del Quarto Polo a veri e propri partigiani della Costituzione, perché intendono difenderne i principi.
Acqua pubblica, democrazia partecipata, diritti, lavoro possono essere le ragioni di un intero popolo.