lavorincorsodi Claudio Grassi
In questi giorni, e purtroppo anche nei prossimi, stiamo assistendo e assisteremo ad uno dei più caotici fine legislatura che si possa ricordare a memoria. Avevamo detto fin da subito, fin dall’insediamento, che questo governo di tecnico aveva soltanto la modalità d’investitura da parte di Napolitano e che l’essenza vera era tutta e propriamente politica. Abbiamo poi avuto modo di conoscere il tempo della falsa equità applicata come fattore di disciplina dell’opinione pubblica e del dibattito politico che, anche per colpe non secondarie dei principali schieramenti presenti in Parlamento, ha mostrato tutta la sua debolezza nella risposta vari ricatti, si chiamino ieri spread, oggi mercati, domani necessità di continuità dell’agenda Monti. Poi nell’avvicinarsi della fase elettorale, come fra l’altro ampiamente prevedibile, l’ennesima capriola del Pdl mette sostanzialmente fine all’ipotesi di dolce transizione verso la prossima legislatura.

Si torna al voto, dunque, ma con quale scenario?
Oggi, a meno di due mesi dalle elezioni e a pochi giorni dalla presentazione delle liste, la confusione regna sovrana in tutti gli schieramenti. Anzitutto, il Parlamento uscente fra i mille motivi che ha avuto nell’alimentare la disaffezione alla Politica, porta su di sè anche la grave colpa di non essere riuscito minimamente a fare l’unica cosa che si era tenuto come responsabilità propria, essendosi regalato un anno di vacanza a favore del governo tecnico, ovvero una seria legge elettorale. Il Porcellum quindi si conferma come la legge più criticata in pubblico e quella più amata in privato. Tutto ciò, inoltre, dopo aver palesato la ben più seria incapacità di offrire una risposta ai problemi sempre più gravi determinati dalla crisi economica, in primo luogo alle drammatiche cifre sulla disoccupazione. In questo scenario di così grande confusione – indicativo di una crisi generale della Politica, – il M5S si propone come polo alternativo a tutto questo. La condizione gli è favorevole, anche se le incrinature che iniziano a manifestarsi con i primi dissensi interni possono ridurne la capacità attrattiva, anche perché la grande capacità mediatica di Grillo non da risposte al paradosso principale del movimento, e cioè quale sia il punto di equilibrio di una formazione nata come idea di nuova democrazia dal basso che però non prevede la democratizzazione diffusa al suo interno.

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