di Franco Frediani
La decisione di un "terminator" si evince dal percorso proposto. Monti non ha nessuna intenzione (o forse è costretto...) di farsi da parte. Le sirene di una carica, anche "alta", sembrano non essere poi così gradite. Il "contratto" deve essere portato a termine; così come nel miglior thriller dove il sicario porta a compimento il proprio lavoro. Non si cura più neppure di nasconderlo: "Molti mi definiscono tentato. Tentato di fare una lista, tentato di candidarmi. Di certo non cadrò nella tentazione di stare fermo, di rimanere immobile nel mio scranno di senatore a vita nell'aspettativa o nella speranza di ricevere qualcosa. Non cadrò nella tentazione di restare fermo perché mi pongo il problema morale di dare un contributo al Paese anche se dovrò pagare in termini personali". No, il Professore non pagherà di tasca propria, lo sa benissimo. Non è compito nostro valutare le caratteristiche caratteriali di una persona, ma certamente il potere che accentrerebbe su di sé non è davvero secondo ad altri ambiti riconoscimenti.
Il suo (e non solo suo...) modello di società lo spinge a portare avanti un progetto che si è dimostrato fallimentare in oltre un anno di governo. Siamo nel pieno di una lotta di classe e gli interessi difesi dall'attuale Premier devono prevalere. Monti non è tipo da farsi scrupoli, si è visto! L'Italia è in ginocchio, stanca e logorata come i suoi Cittadini, come i tanti lavoratori ai quali è stato imposto di pagare un "debito", spacciato per il frutto di una crisi strutturale di portata mondiale, quando in realtà si sta facendo pagare il progressivo sgretolamento di un sistema socioeconomico che non nasce oggi ma ha origini ben più lontane! ...forse addirittura possiamo farlo risalire all'inizio della stessa prima Repubblica. Il tutto portato avanti sotto la scure di politiche recessive che hanno generato ulteriore recessione, provocando una spirale, un circolo vizioso. La coesione sociale è saltata; non c'è categoria sociale che non abbia protestato, scioperato o altro di simile. Resta però il dato di fatto che la scelta ha privilegiato i ricchi. Nessuna patrimoniale, che doveva essere la prima mossa da fare; nessun taglio mirato come poteva essere quello agli armamenti; nessuna traccia di quel propagandato "sacrificio fatto per rilanciare un possibile sviluppo". Come il suo predecessore, che addirittura si permise di prendere in giro gli italiani con un "patto in bianco" siglato nel "salotto" di Vespa, anche l'ex Rettore della Bocconi ha ingannato chi gli ha dato fiducia. Ha ingannato i pensionati ed i futuri pensionati; ha tagliato le ali ai diritti dei lavoratori; ha minato il terreno delle giovani generazioni. Malgrado questo, mantiene la determinazione di lanciare un manifesto programmatico che possa trovare la condivisione di partiti e movimenti. Un nuovo listone che potrebbe non avere opposizione! Le formule si sprecano; si parla addirittura di una federazione dei moderati; come se ci fosse qualcuno che non si definisse tale!? Le liste che potrebbero fortificare e cementare questo percorso, ormai si sprecano. Il bacino maggiore al quale attingere è facilmente individuabile nei centristi, ed in particolare in alcune personalità del FLI come Benedetto Della Vedova, Gianluca Galletti dell'UDC e Linda Lanzillotta, ex API ed oggi nel gruppo misto. A questi fisiologicamente potrebbe aggiungersi Italia Futura di Montezemolo, forte di una squadra che annovera Andrea Romano (ex Direttore scientifico di Italiani Europei - bimestrale fondato da D'Alema e Amato), Carlo Calenda, Andrea Olivero (presidente delle Acli) e Dellai (presidente della provincia di Trento). Come si può ben vedere, il “nuovo” avanza attraverso la riesumazione del più antico conservatorismo politico che va a comporre un mix letale che non manca davvero del sostegno di una parte importante dell'imprenditoria elitaria del nostro paese. In sintesi, l'agenda Monti è la Bibbia, ed il premier ovviamente, il Profeta di se stesso! Resta solo da valutare le modalità con le quali arrivare a definire una leadership diretta o meno. Il tanto "chiacchierato" mistero sulle future decisioni di Monti, in realtà serve solo a capire quale ipotesi può portare al miglior risultato per lo stesso successore di Berlusconi. Da mesi andavamo dicendo che era più di una semplice ipotesi quella di un nuovo impegno diretto dell'attuale premier. Si trattava, e si tratta, di vedere sotto quale forma e attraverso quali percorsi. Una sola cosa è sicura: le forze in campo ci sono! Pensare ad una crescente difficoltà dello stesso PD è più che logico. C'è da aspettarsi (e sperare, perché no...) che vi sia una presa di coscienza di una parte di quello stesso partito. Stessa situazione vale per il PDL, anche se l'evidenza lo consegna in "caduta libera" (e senza paracadute!). I sondaggi si sprecano; i numeri volano come schegge impazzite, ma su quali basi poggiano non è dato sapere. Nelle urne entreranno gli elettori, i Cittadini che hanno sperimentato sulla propria pelle le nefandezze dell'operato di questo governo. Nel frattempo il cantiere del Quarto polo va sempre più accelerando i lavori. Il mosaico prende forma e dopo le assemblee "territoriali" sarà la volta di appuntamenti importanti come quello di venerdì 21 al teatro Capranica di Roma, con l'assemblea “Io ci sto”, e quello di sabato 22 con l'assemblea nazionale di “Cambiare si può” che si svolgerà al teatro Quirino, sempre a Roma. Due momenti determinanti e due facce speculari che solo nella sintesi comune porteranno il possibile risultato di questo vento d'alternativa... Una cosa è certa: la sinistra ci sarà, questa volta più consapevole e determinata. Cambiare si può..!