di Franco Frediani

Tutti vogliono Monti, e Monti vuole tutti, o meglio, si capisce molto bene che non gradisce una vera opposizione, o quanto meno chi non condivide la sua agenda. E se fosse questo il suo vero limite? La realtà, ad oggi, sembra riproporre la grande coalizione centrista con a capo l'ex tecnico oggi promosso al rango di fine politico di democristiana memoria. Dobbiamo abituarci a cavalcare "l'argomento Monti", perché non potrebbe essere altrimenti: è l'uomo che incarna il neoliberismo imperante, antipopolare, nonché la politica dei poteri forti e del conservatorismo; seguirne i passi e le contraddizioni è quanto mai d'obbligo.

Qualunque sia l'esito nella formazione degli schieramenti e delle alleanze, Monti non avrà durato fatica. Si permette pure di dettare le condizioni e come da copione saranno gli altri a dover accettare. Intanto nella giornata di ieri ha incassato la non certo insignificante approvazione del Vaticano, che comunque era scontata da tempo. Piano piano, una ad una, si stanno ricompattando attorno all'ex rettore della Bocconi, le forze centriste che lo avevano sostenuto durante il suo precedente governo. La vecchia politica, il peggio del peggio, si sta riproponendo ogni giorno che passa.
L'intelaiatura della lista Monti sarà rappresentata da Italia Futura di Montezemolo. Un progetto che non nasce oggi e che anzi, vede lo sbocco proprio nell'aggregazione delle forze liberali e centriste intorno all'ex premier. C'è solo da sorridere quando si legge di primarie che inneggiano al nuovo, che credevano e credono di cambiare il volto ad una politica che sfida ancora una volta la dignità del Cittadino! Ma quale nuovo... Casini, Fini, il transfugo Ichino (peraltro al termine di un percorso di outing che lo colloca finalmente nella sua vera dimensione politica, che non è mai stata di sinistra...), Frattini, Riccardi, Passera ed altri ancora. La "discussione" è tutta interna al centro, o quanto meno a chi più gli si avvicina. E' proprio Pietro Ichino a raccontare ai media quelli che dovrebbero essere gli scenari futuri: "Al Senato sarà una lista unica per l'agenda Monti perché la legge elettorale per il Senato costringe a questa scelta, ma io so che si sta lavorando per arrivare allo stesso risultato per la Camera. Le liste poi saranno passate al vaglio di Monti per evitare che sotto l'agenda Monti si possa riciclare la vecchia politica". Bé, abbiamo già fatto cenno sopra, al ridicolo che si va delineando con questa riproposizione di vecchi "Matusalemme" della politica nostrana, quindi è inutile sottolinearlo ancora.
Stiamo assistendo alle solite manovre che si ripetono da decenni, con la novità della rinascita di quella vecchia "balena bianca" che per tanti anni ha monopolizzato la vita politica e sociale della prima repubblica. Si va intanto esaurendo la forza propulsiva delle primarie che avevano prefigurato un rapido stacco dai blocchi di partenza da parte dello stesso PD. Sta scemando ed anzi, rendendosi più confusa, quell'immagine di "centro democratico" che tanto piaceva e piace a Bersani. L'impressione che si evince è quella di un partito che cerca di non perdere l'ultima corsa di un tram che potrebbe non fermarsi all'appuntamento previsto.
C'è una sorta di preoccupazione mista alla volontà (forzata dalla decisione presa dallo stesso ex premier) di non perdere di vista Monti, evitando di prenderne le distanze. A giudicare da quello che dichiara Franceschini, Monti dovrebbe diventare una sorta di "arbitro" in un parlamento dove tutti sosterrebbero la sua "agenda", pur divisi tra conservatori e progressisti: "Se Monti <sale> in politica, afferma infatti l'ex segretario del PD, <entro certi limiti> si può dare <una valutazione positiva> perché può essere <un passo verso la normalità> del confronto tra due schieramenti, "uno conservatore e l'altro progressista" come nel resto d'Europa.  Ma "per esempio i limiti li riterrei superati se ci fosse il cognome del premier che sosteniamo in un simbolo avversario". E' sorprendente, quasi al limite dell'incredibile... Come se questa ipotesi fosse possibile, tanto che progressisti e conservatori potessero avere voce in capitolo nei dettagli di questa stessa "agenda"! Risulterebbe palese l'assenza di un confronto tra una maggioranza e una opposizione; in poche parole il governissimo proseguirebbe ancora traslocando con le stesse caratteristiche, dalla seconda alla terza repubblica.
Si capisce meglio se riflettiamo sulle ultime candidature proposte dallo stesso PD. Una su tutte quella di Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia. Sembrano tentativi di accreditarsi un'immagine alternativa, e guarda caso in contrapposizione a quella che è la nascente sinistra di alternativa con la più che probabile candidatura a premier di Antonio Ingroia. Si ripete ancora il tentativo di tagliare le ali della democrazia, provando a far fuori le opposizioni, come in questo caso, l'alternativa rappresentata dalla sinistra che si oppone al liberismo di stampo montiano. Più che cercare un vero rinnovamento si preme da più parti per mantenere lo status politico dell'ultimo governo Monti. Una delle pagine più vergognose della storia repubblicana, sia per le negative ripercussioni socioeconomiche, sia per l'incredibile serie di forzature fatte. Sarà bene riflettere, e ricordare come il governo Monti viene fatto nascere: nomina dello stesso ex rettore della Bocconi a Senatore a vita e indicazione diretta da parte del Presidente Napolitano; tutto a stretto giro di posta! Legislatura che passerà alla storia come una delle più "veloci" e decisioniste.
Così accade per le dimissioni dell'ex premier... Quando mai si è visto un Presidente del Consiglio che rassegna le dimissioni senza che queste venissero discusse dal Parlamento prima che lo stesso Presidente della Repubblica decidesse di sciogliere le Camere? Perché, o cosa, ha impedito di andare a nuove elezioni dopo le dimissioni di Berlusconi? In realtà il gioco di una politica sporca e ambigua ha fatto di tutto e di più. E' trascorso poco più di un anno e ci troviamo ancora a fare le stesse riflessioni.

redazionale

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