Ferrero apre l'assise «Napoli è la metafora di quello che siamo noi: grandi cadute, ma anche gradi rinascite»
di Rocco Sessa
Al via l'ottavo congresso di Rifondazione comunista. Per tre giorni nel capoluogo campano si danno appuntamento i comunisti di tutta Italia. Quando alle 15 di sabato si aprono i lavori con i saluti inviati dal presidente della Repubblica Napolitano, la platea è gremita. Ci sono tutti i rappresentanti dei partiti della sinistra: Oliviero Diliberto del Pdci, Peppe De Cristofaro e Arturo Scotto in rappresentanza di Sel, Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori, Cesare Salvi Partito del Lavoro.
VIII congresso del Prc a NapoliPer il Pd fa capolino Enzo Amendola della direzione nazionale e il vice presidente dei senatori Luigi Zanda oltre ai rappresentanti dei partiti comunisti di tutto il mondo e a Sheila Collins, uno dei leader del movimento «Occupy Wall Street». Mancano gli altri leaders nazionali a partire da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro, manca anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (si trova a Torino e a Milano), la cui presenza però è prevista per domenica.Nella hall del centro congressi della Mostra d’Oltremare è installata una mostra sui vent’anni di storia del Partito, da Garavini a Ferrero passando per Bertinotti. Dal palco il segretario Paolo Ferrero spiega i motivi per cui si è scelto Napoli come sede del congresso nazionale: «Napoli come metafora del Prc, grandi cadute ma anche grandi rinascite». E poi il tema dell’unità della sinistra, della crisi e del governo Monti. «Vent'anni fa - dice Ferrero - ci avevano spiegato che il capitalismo era il migliore dei mondi possibili, la fine della storia. A distanza di vent'anni vediamo che il capitalismo non è in grado di superare la sua crisi e sta rapidamente aggredendo diritti sociali e democrazia».Sulla scelta significativa di Napoli, come sede del congresso, sul sito si legge: «Napoli non è il regno dei cieli, ma se il punto è come si costruisce una sinistra antiliberista, Napoli è senz'altro la punta più avanzata».
Il corriere del mezzogiorno 02 dicembre 2011
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