pellizzadi Caterina Perniconi
Il popolo cammina, si prende il suo spazio, sciopera, va verso la luce. Anzi no: il popolo vede Antonio Ingroia e torna indietro! Sul sito di Beppe Grillo l’ultima provocazione e` contro gli arancioni che vedono girarsi le spalle dalla societa` civile.
Il riferimento al dipinto di Pellizza da Volpedo, che Ingroia ha usato nel simbolo, serve al comico genovese per rialzare le polemiche sulla formazione delle liste di Rivoluzione Civile, che hanno visto esclusi alcuni cittadini a vantaggio di politici. Segue infatti il video di Lidia Undiemi, militante del movimento Agende rosse, che non ha accettato il seggio offertole da Ingroia in quanto ritenuto non di certa elezione. La proposta dell’ex pm di un accordo con il Movimento 5 stelle e l’elezione di Grillo a ministro non dev’essere piaciuta al quartier generale del comico.

Che in tutta risposta pubblica un post a firma Piero Ricca con i sette peccati capitali commessi da Ingroia: 1) leaderismo (il nome nel simbolo) 2) ambiguita` (tra magistrato e politico) 3) maquillage (dietro al suo nome vecchi partiti, da Rifondazione all’Idv) 4) unioni artificiose (nella coalizione troppe anime diverse) 5) il Pd (prima vuole allearsi poi li critica) 6) selezione  dei candidati (poca spinta dal basso) e 7) De Magistris (che non si presenta ma invece di fare il sindaco cerca posti in lista per gli amici). Anche se il primo cittadino di Napoli e` uno di quelli che non ha risparmiato critiche a Ingroia: “Il Movimento Arancione appoggia Ingroia e, durante la formulazione delle liste, ha avanzato delle proposte. Alcune sono state accolte, molte altre no. Percio` esiste anche un rammarico, ma l’entusiasmo non e` venuto meno”.

Un attacco diretto e articolato quello di Grillo, per distinguersi agli occhi di un elettorato che potrebbe somigliarsi o coincidere. Strategia simile anche per Pier Luigi Bersani. Rivoluzione Civile potrebbe drenare i voti utili al Pd per conquistare la maggioranza al Senato e il Leader democratico si appella al “voto utile”. Precedente illustre quello di Walter Veltroni che con lo stesso metodo riusci` a conquistare molti voti della Sinistra arcobaleno, costringendola fuori dal Parlamento. “Che sinistra e` quella che fa vincere la destra?” ha chiesto Bersani. “La tua” ha risposto conciso l’ex pm su Twitter. Che non e` sfuggito nemmeno all’accusa di estremismo: “Con Rivoluzione Civile una certa sinistra di testimonianza, che sicuramente non ha interesse ad assumersi responsabilita` di governo, si colora anche di tratti di giacobinismo e giustizialismo” ha dichiarato ieri il governatore della Toscana, Enrico Rossi. Ma se il Pd teme di perdere voti, chi rischia davvero una diaspora di elettori e` il partito piu` simile agli arancioni, quello di Nichi Vendola. “Noi siamo la sinistra di governo, voi quella di protesta” ha dichiarato il leader di Sel, e poi – rispondendo a Ingroia che lo accusava di appoggiare un’alleanza con Scelta civica – “noi vogliamo un governo senza Monti, e vogliamo esserci, mentre il vostro e` un guazzabuglio senza chiarezza di prospettive”. Che un po’ di paura deve farla per scatenare tutte queste reazioni.

dal Fatto Quotidiano

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