Il giorno di Natale è morto Giorgio Bocca. Nell'esprimere il cordoglio ai suoi famigliari e ai suoi amici, mi ha colpito particolarmente la varietà delle reazioni che questa morte ha suscitato a sinistra. Dall'elogio al disprezzo. La mia opinione è che questa estremizzazione delle reazioni è indice del nsotro principale problema culturale, prima ancora che politico: la costruzione di una cultura della sinsitra di alternativa che nell'individuazione degli avversari sappia operare le distinzioni. Mi pare infatti evidente che Bocca fosse un nostro avversario politico ma questo non ci ha impedito di fare con Bocca battaglie politiche importanti contro Berlusconi e il berlusconismo. Al di la degli aspetti più evidenti - penso alle affermazioni razziste di Bocca - il nostro problema è smetterla di essere tifosi o detrattori della cultura liberale egemone nel centro sinistra. Dobbiamo costruire una cultura autonoma da quella liberale - ed in larga parte liberista - e proprio a partire da questa autonomia essere in grado di costruire la nostra prospettiva politica e culturale operando dei distinguo: Bocca e Veneziani non sono la stessa cosa. Ovviamente faccio queste affermazioni non ritenendo corretto inchiodare Bocca alla sua adesione giovanile al fascismo: a 22 anni stava tra i fascisti, a 24 tra i partigiani. Noi individuiamo le nostre madri e i nostri padri politici in chi si oppose al fascismo da subito ma, sul piano morale, io tengo fermo un criterio: non giudicare troppo severamente chi ha operato in contesti che fortunatamente ci sono stati risparmiati.