Di Paolo Griseri*
In America non ci sono sindacalisti come me? Ma in Germania li ha conosciuti e in Francia ne troverà: è l´EuropaSe Marchionne vuole dimostrare che intende rimanere in Italia, «accetti di far esprimere i lavoratori sul nuovo accordo che ha esteso a tutto il gruppo. Lo ha fatto alla Chrysler, lo faccia anche qui». Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini si rivolge direttamente all´ad del Lingotto: «In un referendum libero, se perdiamo siamo sempre stati disposti ad accettare il risultato».
Landini, perché un altro referendum?
«Come perché? Finora hanno votato in tre stabilimenti: 11 mila persone. Il nuovo accordo coinvolge oggi 86 mila dipendenti ai quali è stata cancellata la contrattazione degli ultimi 40 anni. Vogliamo chiedere agli altri 75 mila che cosa ne pensano?».
Lo avete fatto. Le rsu, i delegati di fabbrica, hanno approvato. Non vi basta?
«Il voto delle rsu non basta se quasi ventimila dipendenti chiedono il referendum abrogativo. Abbiamo raccolto 19.058 firme. Siamo ben oltre il 20 per cento. E´ la soglia stabilita dagli accordi tra Cgil, Cisl e Uil, quegli stessi accordi che due settimane fa sono stati usati per far votare i delegati».
Marchionne dice che voi volete votare fin quando non vincete. Che cosa gli risponde?
«Che noi vogliamo che votino tutti i lavoratori coinvolti. E´ un principio semplice. Si chiama democrazia».
La democrazia prevede che chi perde si adegua alle scelte della maggioranza. Se si fa il referendum e lo perdete, accetterete l´accordo?
«Certo. Come abbiamo sempre fatto. Quando abbiamo perso abbiamo sempre accettato le conseguenze».
Perché a Pomigliano no? Perché quel referendum era un ricatto e quello di oggi sarebbe un esercizio di democrazia?
«Perché se io faccio un referendum deve essere libero. Non posso dire: o voti sì o perdi il lavoro».
Oggi non sarebbe così?
«Oggi si potrebbe dire: se vince chi vuole abrogare il contratto, si riapre la trattativa. Questo sarebbe un referendum libero».
E se Marchionne fosse contrario?
«Allora dimostrerebbe che non gli importa nulla dell´Italia e che non è davvero intenzionato a rimanerci».
Perché?
«Perché un imprenditore che vuole investire non fa le crociate contro il sindacato più grande. Cerca il consenso, non la guerra. Noi abbiamo oggi il doppio delle firme rispetto al numero dei nostri iscritti».
Da tre settimane però siete fuori dalla fabbrica...
«Appunto. E´ chiaro che noi non accetteremo questa situazione. Sarebbe come escludere dal Parlamento tutti i partiti che non sono d´accordo con il governo. Infatti su questo la Fiat è stata condannata in tribunale per comportamento antisindacale. Non proprio una medaglia da imprenditori illuminati. A Pomigliano su mille assunti non c´è un iscritto della Fiom. Come la chiamiamo questa? Vogliamo continuare a scontrarci in tribunale?».
Anche l´articolo 19 dello Statuto dei lavoratori è antisindacale?
«Quell´articolo è monco. E´ stato modificato da un referendum e ha prodotto l´assurdo che un sindacato per avere dei delegati deve essere d´accordo con l´azienda. Chiediamo al governo di tornare alla formulazione originale. Insomma vogliamo che un dipendente possa scegliersi il suo sindacato e possa esprimersi sugli accordi che lo riguardano. Siamo estremisti?».
Marchionne dice che negli Usa non c´è un Landini...
«Ho letto. Ma credo che si debba rassegnare. Ho sentito che sta cercando alleanze in Francia. Credo che là troverebbe più Landini che in Italia. E anche in Germania di Landini ne ha trovati un bel po´. Sono i difetti dell´Europa..».*Da La Repubblica 17 Gennaio 2012