migrantilibia_91983Di Stefano Galieni

Solo Fortresse Europe, il magnifico sito curato da Gabriele Del Grande, ha provato a rompere il muro di indifferenza. Nella Libia ormai dimenticata e lasciata al suo destino, davanti al porto di Mishrata, che gli occupanti italiani chiamavano Misurata, l'altro ieri è stato recuperato un gommone alla deriva, a bordo il corpo senza vita di un giovane. Molto probabilmente si tratta del gommone segnalato il giorno precedente da una radio in lingua somala che trasmette dall'Italia, radio Bbc Aden Sabrie. I giornalisti della radio avevano ricevuto un appello dai familiari di 55 cittadini somali, allarmati perché non avevano notizie dei propri congiunti.

A quanto è dato sapere a metà gennaio erano partite 4 imbarcazioni alla volta dell'Italia, due dii queste, con a bordo complessivamente 115 profughi sono stati soccorsi dalla guardia costiera maltese, una terza era stata portata in salvo dalla marina italiana a 40 miglia da Lampedusa, 72 le persone soccorse, della quarta nessuna notizia. Con tutta probabilità si tratta del gommone ritrovato al largo delle coste libiche, le persone a bordo potrebbero essere state portate via dalle forti correnti, si ignorano ad oggi le cause di quello che sembra l'ennesimo naufragio. Un naufragio di serie B, di cui nessuno si occupa, attorno a cui non si scatena un circo mediatico, che non riempie, come sta avvenendo in questi giorni per l'orrenda sciagura della nave da crociera Concordia, pagine e pagine dei principali giornali. A queste morti (negli ultimi 10 anni si calcola che fra le 10 e le 15 mila persone abbiano perso la vita nel Canale di Sicilia) nessuno fa più caso, fanno parte di una guerra silenziosa che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto. Un tratto di mare iper militarizzato in cui è "normale" che una imbarcazione sparisca, forse c'è chi intende questo per "contrasto all'immigrazione clandestina"? Il governo Berlusconi e il ministro dell'interno Maroni hanno caratterizzato il proprio mandato con la pratica illegale dei respingimenti in mare, ovvero rimandando persone in contesti in cui sono stati poi perseguiti nonostante fossero per la gran parte potenziali richiedenti asilo. Cosa intende fare in materia il governo Monti? Lavarsene le mani in quanto governo di tecnici o utilizzare i mezzi e gli uomini di cui dispone per far prevalere ad ogni costo la legge del mare che impone di andare a salvare chi è in difficoltà?

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