La mobilitazione avviata dal movimento dei i Forconi si fonda su una crisi economica devastante, che in Sicilia sta distruggendo da tempo interi comparti produttivi, soprattutto quello agricolo e della pesca, e che è resa ancora più drammatica dall’assenza di contrasto alle politiche comunitarie, ai provvedimenti fallimentari di Lombardo e alla manovra economica del governo Monti. L’aumento spropositato del gasolio e della benzina, dell’IVA, dei ticket autostradali e dei traghetti creano grosse difficoltà economiche alle imprese ed hanno effetti recessivi e inflazionistici che vengono scaricati sulle fasce più deboli della popolazione.
La protesta, che vede partecipare lavoratori e disoccupati che rivendicano giustamente i loro diritti, è stata egemonizzata dagli autotrasportatori e dalle agenzie di riferimento, guidate da personaggi riferibili ad ambienti riconducibili alla criminalità organizzata, che operano con l’obiettivo di strumentalizzare il malcontento popolare a favore del disegno autonomistico di Lombardo e di quei settori del centrodestra che sono apertamente schierati per agevolare gli affari e gli interessi della borghesia mafiosa.
Rifondazione comunista siciliana ritiene necessario costruire una piattaforma di lotta, che metta al primo posto l’opposizione alle manovre stagflazionistiche di Monti, per rivendicare invece misure per la crescita e l’occupazione, per il salario sociale, per tutelare il reddito dei produttori agricoli, per il rilancio del trasporto pubblico.
Facciamo appello alla Cgil, ai sindacati di base, alle forze della sinistra, ai movimenti, a quei settori del Pd che si battono contro Lombardo e contro i poteri mafiosi, a volere costruire una grande mobilitazione del mondo del lavoro che, coerentemente con gli insegnamenti di Peppino Impastato, di Pio La Torre, di Danilo Dolci, crei le condizioni di una svolta e di una speranza di cambiamento per la Sicilia.