Di Nando Mainardi
A Piacenza ieri si sono tenute le primarie del centrosinistra. Il vero dato eclatante è stata la partecipazione: pur tra freddo e gelo 7.500 cittadine e cittadini - qualcosa come il 10% dell'elettorato complessivo - si sono presentati alle urne. Le tensioni e le polemiche però non sono mancate, perchè nel corso della giornata a detta di tanti testimoni si è verificata una compravendita di voti tra alcuni "caporali" del seggio e un gruppo di stranieri che si è recato a votare. In serata la coalizione di centrosinistra ha diffuso un comunicato con cui ha annunciato di valutare azioni politiche e penali in seguito a tale vicenda.
Detto questo, il Pd è riuscito contemporaneamente a vincere e a perdere queste primarie. Ha vinto infatti, con il 40,3%, l'attuale assessore alla cultura Paolo Dosi (Pd): un cattolico che ha beneficiato del sostegno del Sindaco uscente Roberto Reggi e del mondo del volontariato e delle parrocchie. E ha perso il vicesindaco Francesco Cacciatore (Pd): grande favorito sulla carta, il suo consenso non ha retto all'ampia partecipazione. Omogeneo più o meno il voto tra i candidati collocabili a sinistra: Gianni D'amo (Cittàcomune) ha preso il 7,1%; Luigi Rabuffi (Fds) il 5,23%; Marco Mazzoli (Sel) il 3,04%. Nei mesi precedenti alle primarie la Fds è stata l'unica forza che posto il tema dell'individuazione di un candidato unitario e di una lista unitaria della sinistra, incassando l'indisponibilità delle altre forze. Rabuffi è stato peraltro l'unico candidato ad aver messo al centro con nettezza le politiche pubbliche, la difesa dei servizi sociali e i diritti dei lavoratori, e la stessa "campagna elettorale" ha fatto sì che "pezzi" di sinistra dispersi e frantumati in questi anni si schierassero dalla parte del nostro candidato. Un riavvicinamento che andrà oltre questa scadenza. Ma evidentemente il diverso dispiegamento di forze e risorse ha contribuito a fare la differenza. La Federazione della Sinistra ora proseguirà il proprio percorso rilanciando di nuovo la proposta di una lista unitaria: i risultati di queste primarie dovrebbero far meditare chi ha pensato a sinistra di parteciparvi facendo leva su una forza elettorale che, alla fine, non c'è stata.