Stefano Galieni

120217migrantiRazzismo istituzionale e precarietà sono i temi con i quali, la rete 1 marzo intende coinvolgere giornalisti, istituzioni, società civile, in attesa delle manifestazioni che per giovedì 1 marzo 2012 si terranno in molte piazze italiane. La rete nasce da una intuizione felice che portò nel 2010 al primo tentativo di organizzare uno sciopero che non doveva essere dei lavoratori migranti ma per i diritti dei lavoratori migranti. Incrociarono le braccia in migliaia, in un centinaio di città ci furono iniziative, presidi, manifestazioni che coinvolsero complessivamente almeno 400 mila persone e che furono elemento utile a ricostruire relazione con una società italiana perennemente bombardata dalla retorica razzista.

Anche quest’anno sarà una giornata di lotta cercando modalità diverse di mobilitazione, in grado di parlare e di confrontarsi con il mondo del lavoro italiano nel tempo della crisi. Precarietà e razzismo come due facce della stessa medaglia, secondo gli attivisti della rete. La legislazione italiana sull’immigrazione è fondamentalmente connessa alle condizioni di lavoro, uno dei temi fondamentali della piattaforma che unisce i tanti soggetti che fanno parte della “rete Primo Marzo” è l’abrogazione del “contratto di soggiorno” lo strumento che lega indissolubilmente la vita di un lavoratore o di una lavoratrice migrante al suo datore di lavoro, ai suoi voleri, alle sue necessità. Un meccanismo che produce clandestinità e precarietà. L’essere perennemente a rischio di divenire irregolari e quindi espellibili, il meccanismo infernale per cui esser fuori dal ciclo produttivo caccia via anche dal ciclo già di per se limitato dei diritti esigibili e porta all’espulsione dal paese in assenza di contratto regolare. Per questo la Primo Marzo opera con l’intenzione di ricostruire un movimento vasto che porti a cambiare questo stato di cose, in primis la Bossi Fini con tutti gli ammennicoli dei decreti sicurezza. La piattaforma è vasta passa dalla richiesta di chiusura dei Cie alla riforma del diritto di cittadinanza soprattutto per i nati e cresciuti in Italia, dall’abrogazione del “permesso a punti” e per realizzare un processo di regolarizzazione a regime che non escluda e non si areni in pastoie burocratiche. Il 18 febbraio questi temi saranno al centro di una giornata di discussione, alla mattina nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Bologna (il tema centrale saranno i Cie) nel pomeriggio presso la “Sala Silentium, con un dibattito dal titolo “Razzismo istituzionale, come e dove in Italia e in Europa. Altre iniziative si terranno in varie città nei prossimi giorni. Ovviamente il Prc, aderisce ed è parte attiva della rete Primo Marzo.

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